Il 40enne coriglianese è stato arrestato ieri verso l’ora di pranzo dai carabinieri e condotto nel penitenziario di Cosenza 

Condannato definitivo per due episodi estorsivi continuati ed aggravati dal metodo mafioso ai danni dei titolari della nota azienda locale “Olearia Geraci” del centro storico coriglianese, per il 40enne coriglianese Domenico Russo detto ‘U chiattu (foto) nella giornata di ieri si sono riaperte le porte del carcere di Cosenza.

In carcere – dove dovrà scontare il residuo di pena dei 3 anni di reclusione inflittigli – l’uomo c’era finito nel mese di settembre del 2020, su mandato del giudice per le indagini preliminari distrettuale del Tribunale di Catanzaro Filippo Aragona e su richiesta del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia catanzarese Alessandro Riello.

Nelle more del processo, si trovava agli arresti domiciliari. A riportarlo in cella, ieri verso l’ora di pranzo, è toccato nuovamente ai carabinieri del Reparto territoriale di Corigliano-Rossano, oggi diretti dal maggiore Marco Filippi.

Il 40enne era stato autista e uomo di fiducia del 51enne locale boss di ‘ndrangheta Pietro Longobucco, ucciso nel dicembre del 2018.

Condannato per avere tenuto sotto “pizzo” di stampo ’ndranghetista i titolari dell’azienda da lui taglieggiata dal febbraio del 2019 al gennaio del 2020, ‘U chiattu era stato intercettato dai carabinieri nel letto d’ospedale dov’era stato a lungo ricoverato durante l’inverno del 2020, dopo essere miracolosamente scampato ad un agguato a colpi di pistola compiuto ai suoi danni nel centro storico coriglianese il 31 gennaio di quell’anno.

Nei suoi colloqui informali coi militari dell’Arma, captati e registrati su ordine della Procura antimafia di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri, aveva praticamente confessato le estorsioni ai danni degl’imprenditori Geraci, specificando d’averle compiute «in autonomia». redazione@altrepagine.it

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