Adesso non costa più 144 milioni di euro, ma 186: ci vorranno altri 2 anni e 42 milioni in più
Avrebbe dovuto essere bell’e pronto già lo scorso mese di marzo di questo 2023. No, non lo diciamo noi oggi, bensì lo diceva il terzultimo annuncio ufficiale dei credibilissimi “signori del palazzo”, in questo caso il palazzo della Regione Calabria.
La scadenza di marzo 2023 era stata sostenuta, con sicurezza, nel giugno del 2020, dall’allora presidente Jole Santelli interrogata sul punto da alcuni consiglieri regionali. La consegna del nuovo ospedale della Sibaritide, però, a distanza di ben 16 anni dal suo finanziamento, non è avvenuta neppure stavolta.
Già nel mese di settembre del 2022, l’attuale presidente della Regione Roberto Occhiuto, accortosi che la scadenza comunicata dalla compianta onorevole Santelli sarebbe inutilmente sfumata, ha ufficialmente allungato il tempo (e il brodo):
«sarà pronto entro dicembre del 2023».
L’entusiasmo del presidente della Regione Occhiuto in visita al cantiere dell’ospedale col solito codazzo di queste circostanze
E mentre quei due lazzeretti del “Guido Compagna” e del “Nicola Giannettasio” di Corigliano-Rossano continuano a non garantire neppure il minimo sindacale circa la salute dei cittadini della Sibaritide, la Regione affida l’ultimo annuncio ufficiale all’onorevole Pasqualina Straface (in sopralluogo nella foto d’apertura), coriglianese e presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale:
«Il cronoprogramma prevede la consegna dell’ospedale della Sibaritide entro il 2025».
La Straface porta non solo questa, ma tutta una serie d’altre notizie decisamente brutte, nel suo comunicato giunto al termine della seduta della Commissione regionale che presiede e durante la quale ha tenuto banco l’ingegnere Pasquale Gidaro, dirigente regionale del Settore Edilizia sanitaria ed investimenti tecnologici.
Badate bene:
nel 2014 il nuovo ospedale della Sibaritide prevedeva una spesa di 144 milioni di euro, ma oggi la Straface afferma che l’opera «sta scontando l’anomalo andamento dei prezzi e l’incremento del costo dei materiali da costruzione;
gli uffici hanno valutato un incremento di costi, rispetto al quadro economico del 2014, di circa 42 milioni di euro, ma la Regione ha già messo il concessionario nelle condizioni di poter operare al meglio, erogando già un’anticipazione per un importo di 17 milioni».
Negli ultimi 8 anni, il costo dell’ospedale è lievitato d’oltre 5 milioni di euro l’anno:
molto più che direttamente proporzionale ai periodici dilazionamenti di tempo perché esso sia realizzato.
A tal proposito le brutte notizie della Straface continuano:
«La struttura portante sarà conclusa nei prossimi giorni.
Al 31 marzo lo stato di avanzamento dei lavori era pari al 24% dell’importo contabile per oltre 26 milioni».
Giusto perché ai cittadini-utenti della sanità nella Sibaritide lo stato d’avanzamento dei lavori interessa espresso in euro, dollari, petroldollari o barili di petrolio, e giammai in percentuali strutturali dell’opera!
La Straface è oramai un fiume in piena di malanova (per rendere ancor meglio l’idea di brutte notizie, l’idioma calabro è decisamente più efficace):
«Nei giorni scorsi è stato emanato un ordine di servizio per una variante al progetto esecutivo che riguarda l’adeguamento della struttura alla normativa anti-Covid che prevede soprattutto la separazione dei percorsi nel pronto soccorso ed al potenziamento dei reparti di terapia intensiva e sub intensiva.
Il progetto della variante dovrà essere presentato entro il 29 maggio 2023 ed entro fine luglio, passati i tempi tecnici per acquisire i pareri dell’Asp e le eventuali prescrizioni dei vigili del fuoco, potranno ripartire i lavori a pieno regime.
Contestualmente partirà l’operazione relativa al riequilibrio del piano economico-finanziario per effetto dei maggiori costi dei materiali e delle varianti».
Il Covid (l’emergenza non era finita o pure la sua scadenza è stata allungata?!) è oramai una pezza a colore magnifica per ogni tipo di speculatore e campa cavallo… che il conto sulle spalle dei cittadini cresce. Alla prossima (scadenza). direttore@altrepagine.it