Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Castrovillari, Lelio Festa, ha disposto una perizia medico-psichiatrica nei confronti del 47enne coriglianese Natalino Pirro (foto), prima che egli venga processato per il duplice tentato omicidio compiuto a colpi di fucile nella serata del 31 ottobre scorso tra l’interno e l’esterno del circolo ricreativo “La torre”

di fronte al Castello ducale nel centro storico coriglianese di Corigliano-Rossano. La perizia è stata richiesta dal difensore dell’imputato, l’avvocato Francesco Paolo Oranges del locale foro, che proprio a tale istanza ha subordinato la scelta di svolgere o meno eventualmente il processo nella forma del rito abbreviato.

E il gup Festa ha accolto la richiesta del legale, sulla quale nulla ha osservato il pubblico ministero Antonino Iannotta, salvo la sua richiesta d’acquisire la documentazione clinica del Centro di salute mentale. Ciò, nonostante la ferma opposizione da parte dei difensori delle parti civili in giudizio, gli avvocati Pasquale Magno e Massimo Ruffo dello stesso foro, rappresentanti le due persone che erano rimaste ferite a seguito dell’azione di fuoco di Pirro, il 58enne coriglianese Francesco Coppola, e il 50enne anch’egli coriglianese Paolo Algieri. Quest’ultimo qualche settimana fa è deceduto, stroncato da una grave malattia:

al suo posto, adesso, in giudizio, vi sono i suoi eredi.

Altre parti civili nel processo sono Pasquale Coppola e Rosa Mariannelli, marito e moglie e gestori del circolo in cui era avvenuta la sparatoria a botte di doppietta calibro 12 caricato a pallini.

Il 4 maggio prossimo in Tribunale presterà giuramento il medico psichiatra scelto dal giudice.

Il tribunale di Castrovillari

Nel processo è imputata per concorso in tentato omicidio pure la compagna del fuciliere, la 51enne di nazionalità bulgara Larisa Parvanova. La donna, difesa dall’avvocato Andrea Salcina dello stesso foro castrovillarese, dovrà comparire in Tribunale il 28 aprile prossimo. La coppia è sottoposta alla misura cautelare in carcere dalla stessa sera del 31 ottobre, quando venne arrestata dai carabinieri.

I drammatici fatti di quella sera

Natalino Pirro, accompagnato in auto dalla sua donna, aveva fatto irruzione nel circolo ricreativo dove si trovavano le due vittime e diversi altri avventori, esplodendo fucilate all’impazzata.

L’uomo, personaggio affatto “inedito” quanto a fatti di cronaca eclatanti (LEGGI QUI) – secondo la ricostruzione degli eventi effettuata dai carabinieri del Reparto territoriale che condussero le immediate indagini, sarebbe stato spalleggiato dalla convivente bulgara in ogni fase della drammatica azione che per fortuna non provocò morti, ma che lasciò feriti Algieri e Coppola su quel “campo di battaglia”.

Il luogo teatro dei fatti

Dopo la sparatoria la coppia andò in pizzeria

Pirro, dopo avere fatto irruzione nel locale imbracciando il fucile, l’aveva puntato proprio contro le due vittime, ma sarebbe stato frenato nell’azione omicida dal titolare del circolo, Pasquale Coppola, che gli avrebbe lanciato contro una sedia dandosela a gambe fuori dal locale. La circostanza non aveva però impedito a Pirro di sparare, anche se dovette premere il grilletto indietreggiando verso l’esterno. Esplodendo ben dieci cartucce ricaricando più volte il fucile con la cartucciera che aveva a tracolla.

Poi s’era allontanato a passo svelto raggiungendo la convivente e ritenuta complice, che l’attendeva a bordo della loro Lancia Y blu. S’era liberato del fucile abbandonandolo in un terreno, e aveva quindi raggiunto assieme alla compagna una pizzeria nell’area urbana rossanese dove la coppia aveva cenato per poi fare ritorno a casa dov’era stata poco dopo arrestata dai militari dell’Arma.

La coppia diabolica

Gl’investigatori, infatti, giunti immediatamente sul luogo della sparatoria, l’avevano identificato subito grazie alle testimonianze rese dalle vittime e dalle persone presenti al fatto di sangue. Mentre le sequenze registrate dalle telecamere di video-sorveglianza presenti nella zona rivelavano agli stessi detective che la Parvanova aveva fatto da “specchietto” a Pirro, accertandosi, prima dell’azione di fuoco, che le vittime designate si trovassero all’interno del locale.

I carabinieri sul luogo teatro dei fatti

Il movente

La donna è ritratta nelle immagini acquisite dai carabinieri proprio mentre sbirciava all’interno del locale, farfugliando delle frasi contro il titolare del circolo, Pasquale Coppola, contro la moglie di questi e contro il cugino Francesco Coppola, uno dei due feriti, come per indicare chi doveva “pagarla”, prima dell’irruzione armata del compagno. La circostanza era stata confermata da più d’un testimone oculare. 

Proprio la 51enne bulgara sarebbe stata la “causa” di quanto avvenuto quella domenica sera di fine ottobre:

Pirro, infatti, provando una morbosa gelosia verso la compagna, aveva deciso di “punire” in modo esemplare quanti osavano soltanto guardarla o rivolgerle la parola. 

Il tarlo ossessivo della gelosia, dunque, unito ad altre vecchie ruggini mai sopite, perché Pirro con Coppola già in passato aveva avuto dei dissidi, oltre che col cugino titolare del circolo Pasquale, tanto che quest’ultimo aveva sporto più d’una denuncia nei confronti dell’attentatore. Forse la convinzione che i due cugini rivolgessero degli sguardi di troppo alla sua donna o che addirittura uno dei due potesse avere intrecciato una relazione con lei.

E in tutta questa intricata e non chiara faccenda, il secondo ferito, Algieri, pare non c’entrasse proprio nulla. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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