Il sostituto procuratore della Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro, Alessandro Riello, ha richiesto al giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo il processo con giudizio immediato nei confronti del 56enne allevatore incensurato di Cassano Jonio Francesco Adduci.

Si tratta del presunto complice dei killer che uccisero il pregiudicato 57enne cassanese Maurizio Scorza inteso come ‘U cacagliu e la moglie Hedhli Hanene detta “Elena”, 38enne di nazionalità tunisina.

Il ritenuto basista arrestato sette mesi dopo il delitto

La coppia venne ammazzata nel corso di un’imboscata di ‘ndrangheta, nel tardo pomeriggio del 4 aprile dell’anno scorso, proprio nella masseria di Adduci ubicata in una zona di campagna al confine tra i comuni di Cassano e Castrovillari.

Adduci, arrestato dai carabinieri lo scorso 15 novembre e da allora detenuto in carcere, secondo la ricostruzione della Procura Antimafia catanzarese diretta da Nicola Gratteri e secondo il giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo Chiara Esposito, sarebbe stato il basista del duplice omicidio. Il processo nei suoi confronti comincerà il 26 maggio prossimo davanti a giudici della Corte d’Assise di Cosenza. L’uomo è difeso dagli avvocati Andrea Garofalo e Salvatore Sangiovanni del foro di Castrovillari.

Francesco Adduci

Le intercettazioni telefoniche ed ambientali

Il pubblico ministero Riello, titolare dell’indagine sul duplice delitto di ‘ndrangheta, ritiene che Adduci abbia attirato la coppia in una trappola, dando la possibilità ai killer di compiere l’azione omicida. L’inchiesta che ha ricostruito tutte le fasi dell’omicidio, ma che ancora non ha dato nomi e volti ai sicari di Scorza e della moglie, è stata condotta dai carabinieri di Cassano Jonio, del Comando provinciale di Cosenza e dalla Dda catanzarese, ed è corroborata da intercettazioni telefoniche, ambientali ed altro tipo d’indagini tecniche (leggi tutto QUI).

Il capretto come omaggio pasquale, ma era l’esca per far entrare in azione i sicari

I corpi di Scorza ed Hedhli erano stati ritrovati quella sera stessa lungo una strada di campagna nella stessa zona della masseria di Adduci, ma a una certa distanza. I sicari, infatti, avevano provveduto a spostare la Mercedes Cla della coppia coi cadaveri e un capretto sgozzato all’interno.

L’animale – un omaggio che era stato offerto da Adduci a Scorza per le imminenti festività pasquali dell’anno scorso – avrebbe rappresentato l’“esca” per chi aveva il compito d’eliminare Adduci e la moglie straniera, lei sfortunata testimone scomoda del preventivato omicidio del pregiudicato cassanese… direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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