Il 53enne di Sibari è scampato all’agguato a raffiche di kalashnikov di ieri sera: al suo posto è morta la moglie 49enne Antonella Lopardo

Un altro “pesce piccolo” finito nella rete dei condannati a morte dal tribunale senz’appello della ‘ndrangheta sibarita.

Il 53enne Salvatore Maritato (foto), a dispetto del suo cognome storicamente assai “evocativo” nella storia più remota della criminalità organizzata locale e a dispetto pure delle sue condanne in inchieste antimafia importanti seppur datate, dal mondo inquirente è considerato un personaggio decisamente “minore” nel panorama delinquenziale odierno.

Già affiliato alla cosca dei Forastefano, sì, finito in carcere nel 2008 e sul groppone giudiziario 9 anni complessivi e definitivi già da tempo scontati dietro le sbarre per associazione mafiosa ed estorsione. Le indagini della Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro erano quelle battezzate “Omnia” ed “Omnia 2”.

La vittima innocente di ieri sera

Acclarato che ieri sera non era la moglie 49enne Antonella Lopardo il vero “obiettivo” dei killer entrati in azione davanti casa loro e che hanno ammazzato un’innocente, in casa assieme a lei c’era lui. E la “pena capitale”, a giudizio di carabinieri e magistrati, doveva toccare proprio a lui, che all’agguato a raffiche di kalashnikov ed a colpi di pistola toccati alla consorte è invece scampato.

L’abitazione di Maritato dopo l’omicidio della consorte

Già, ma perché volevano “eliminarlo”?

Impossibile rispondere con qualsivoglia certezza al momento, ma si può solo azzardare qualche timida ipotesi. Maritato è libero da svariati anni e in questi anni non ha mai fatto parlare di lui in termini criminali e questo è un dato di fatto, benchè di recente fosse finito nuovamente sotto processo nelle aule del Tribunale di Castrovillari per altre estorsioni risalenti proprio ai tempi delle inchieste “Omnia” ed “Omnia 2”, ma a piede libero.

Il pregiudicato è stato già ascoltato questa notte dai detective del Reparto operativo provinciale dell’Arma che indagano sull’omicidio della sua signora coordinati dal procuratore di Castrovillari Alessandro D’Alessio in costante contatto con la Procura distrettuale Antimafia di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri.

Questa notte non avrebbe fornito alcuna indicazione utile agl’inquirenti a decifrare il possibile movente della “spedizione di morte” coi due sicari che hanno sparato e un terzo complice che li ha scarrozzati davanti alla casa coniugale di contrada Ciccotonno a Sibari, a bordo d’una Fiat Punto rubata poi ritrovata incendiata e carbonizzata nella zona industriale di Corigliano.

Certamente Maritato sarà risentito ancora una volta e forse ancor più d’una da chi indaga. E può darsi che nel frattempo magari gli si rinfreschi la memoria ed eventualmente dica se abbia sgarrato con qualcuno che a Sibari “conta” e per quale ipotetico oscuro motivo.

Nel 2010 gl’incendiarono un’auto, non la sua, ma quella della moglie. Oggi, però, la moglie ha pagato con la vita l’essere sua moglie… direttore@altrepagine.it       

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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