La Procura Antimafia di Catanzaro ha dichiarato conclusa l’indagine. A breve l’udienza preliminare nei confronti dei 12 incriminati

È in corso di notifica proprio in queste ore l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei 12 indagati, a vario titolo, per l’omicidio di ‘ndrangheta compiuto la sera del 3 maggio dell’anno scorso a Schiavonea di Corigliano-Rossano

che vide vittima il 57enne pregiudicato del luogo Pasquale Aquino detto ‘U spusat (foto, leggi QUI), per il tentato omicidio del pregiudicato 39enne Cosimo Marchese detto “Il diavolo” avvenuto il 1° giugno successivo in contrada Pirro-Malena sempre a Corigliano-Rossano, per la detenzione e l’occultamento d’un arsenale d’armi nella contrada Fabrizio della stessa città jonica – tra le quali quelle servite a compiere i due delitti – per un consistente traffico di sostanze stupefacenti e per alcuni danneggiamenti compiuti sempre lo scorso anno in lungo e in largo sul territorio cittadino. Reati tutti aggravati dal metodo mafioso. 

I carabinieri davanti al cadavere di Aquino

L’atto giudiziario spiccato dalla Procura distrettuale Antimafia di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri, è firmato, oltre che dal procuratore capo, dal suo aggiunto Giancarlo Novelli, dal sostituto Alessandro Riello ch’è il titolare dell’inchiesta, e dal sostituto procuratore di Castrovillari Luigi Spina applicato alle indagini. Che, sul “campo”, sono state egregiamente condotte dai carabinieri in forza alla Sezione operativa del Reparto territoriale di Corigliano-Rossano. 

Gli arresti a dicembre scorso

All’alba dello scorso 6 dicembre, appena sette mesi dopo il fatto di sangue, il successivo tentato omicidio e la commissione degli altri gravi reati contestati alla dozzina d’indagati, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, Giuseppe De Salvatore, aveva emesso e fatto eseguire dai carabinieri l’ordinanza applicativa delle misure cautelari in carcere nei confronti di 6 persone, tutte coriglianesi, quasi tutte residenti in contrada Fabrizio, e indagate unitamente alle altre 6 cui erano state applicate misure cautelari più lievi o per le quali il giudice aveva rigettato in toto le richieste di misure cautelari, che, da parte della Procura Antimafia, erano per tutti carcerarie.

Le armi ritrovate dai carabinieri in un nascondiglio di contrada Fabrizio

In 5 sono accusati dell’omicidio di Pasquale ‘U spusat

Quale presunto esecutore materiale sia del delitto Aquino che del tentato omicidio di Marchese è incriminato il 21enne Francesco Le Pera, che in entrambi i casi avrebbe agito con dei complici, e, segnatamente, Manuel Intrieri detto “Zuzù” anch’egli 21enne, Giorgio Arturi di 39 anni già a processo il prossimo 26 maggio per un’estorsione mafiosa (leggi QUI), Piero Francesco Chiaradia di 49 e Giovanni Chiaradia di 55.

Francesco Le Pera

Per i fratelli Chiaradia – ritenuti dalla Procura i presunti mandanti dell’omicidio – il giudice per le indagini preliminari aveva rigettato la misura cautelare per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza.

Giorgio Arturi

Quando a dicembre scattò l’operazione dei carabinieri, comunque, i due Chiaradia, entrambi noti pregiudicati di contrada Fabrizio, si trovavano già detenuti in carcere da quattro mesi per il maxi-incendio doloso e di stampo mafioso ai capannoni della “Socas Srl”, la nota autofficina meccanica, autocarrozzeria e depositeria giudiziaria proprio di contrada Fabrizio, avvolta da un enorme rogo la sera del 24 maggio dell’anno scorso. Per quel fatto il processo nei loro confronti è già in corso dinanzi ai giudici del Tribunale di Castrovillari, anche se la prima udienza ha subìto un rinvio “tecnico” (leggi QUI).

Giovanni e Piero Chiaradia

Nell’indagine antimafia appena conclusa figura persino un minorenne

gli atti che lo riguardano sono stati trasferiti al Tribunale per i minorenni di Catanzaro.

Manuel Intrieri

Gli altri indagati sono:

Matteo Domenico Maria Arcidiacono detto Cancariello, 26 anni (a piede libero)

Bruno Arturi, 19 (obbligo di firma alla polizia giudiziaria)

Giovanni Arturi detto ‘A vozza, 43 (in carcere per altra causa)

Antonio Pio Carvelli detto “Brivido”, 18 (in carcere)

Francesco Cufone, 32 (in carcere)

Annamaria Iacino, 36 (obbligo di firma in caserma)

Antonio Martino detto “Bullone”, 19 (in carcere).

I 12 incriminati sono difesi dagli avvocati Gianni Scatozza, Antonio Pucci, Pasquale Di Iacovo, Francesco Mancuso, Ettore Zagarese, Antonella Ferrigno, Giovanni Zagarese e Francesco Nicoletti dei fori di Castrovillari e di Catanzaro.

Intercettati tutti i loro colloqui in carcere, ma anche altre persone fuori

La conclusione dell’indagine fa registrare importanti sviluppi. All’atto giudiziario in corso di notifica ai 12 indagati ed ai loro avvocati difensori, è infatti allegato un corposo elenco di nuove intercettazioni. Che i magistrati definiscono «rilevanti» e che vanno ad aggiungersi e a sommarsi a quelle già effettuate prima degli arresti del 6 dicembre scorso. 

Si tratta, in pratica, d’intercettazioni telefoniche ed ambientali effettuate proprio all’interno dei penitenziari in cui si trovano detenuti Francesco Le Pera, Manuel Intrieri, Giorgio Arturi, Francesco Cufone e Antonio Martino. Tutti “spiati” dalla Procura distrettuale Antimafia e in tutti i loro colloqui, coi loro familiari o con altre persone, tanto nei colloqui in presenza quanto in quelli in video-conferenza, tanto pure nelle telefonate effettuate o ricevute in carcere. 

Intercettati, registrati e video-filmati fino a pochissime settimane fa. 

Non solo. Lo stesso atto giudiziario, infatti, contiene pure l’elenco di un’altra serie d’intercettazioni effettuate dalla stessa Procura Antimafia nei confronti d’altre persone, i cui nomi però non figurano.

Cosa contengono?

Lo scopriremo durante l’udienza preliminare che sarà fissata a breve, o forse pure primadirettore@altrepagine.it 

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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