CORIGLIANO-ROSSANO – Nel Partito democratico cittadino ha prevalso – per il momento – l’anti-stasismo.

Se l’atto di non averlo invitato alla Festa de L’Unità tenutasi sabato e domenica scorsi in “Piazza Salotto” avrà in concreto l’effetto di “significare” che il Pd non voterà per il sindaco uscente alle elezioni comunali oramai prossime, e persino a dispetto d’una certa “presenza stasiana” in seno al partito stesso, è ancora troppo presto per poterlo dire. Il “segnale”, però, c’è stato ed è arrivato proprio lì dove doveva arrivare. E una prima reazione l’ha provocata:

«Grave errore non aver invitato il sindaco Stasi», scrivono pubblicamente dal movimento “Corigliano-Rossano Futura” che siede tra i banchi della maggioranza-Stasi in Consiglio comunale, ed aggiungono, «avevamo creduto davvero, quando fummo invitati a un confronto, che il Pd si fosse svegliato dal letargo;

oggi risulta ancora più grave che la dirigenza del Pd abbia perso una buona occasione per aprire un confronto serio sui contenuti del governo della città, dimostrandosi miope e privo di visione politica.

Ciò nonostante, aperti come siamo al confronto, auspichiamo ancora una volta che il Pd anche nelle sue articolazioni provinciali, regionali e nazionali, comprenda a pieno la portata della sfida che si apre nella città e sappia scegliere la giusta strategia per non regalarne il governo alla Destra», concludono.

Chiaro e tondo l’“appello al Pd da parte di questa componente della maggioranza amministrativa cittadina, probabilmente timorosa, a differenza d’altre componenti stasiane, della non autosufficienza elettorale delle liste civiche che sostennero Stasi nel 2019.

I rappresentanti di “Corigliano-Rossano Futura” rivendicano l’etichetta “di centrosinistra” della compagine stasiana, nascondendo a loro stessi e al resto del mondo che nella stessa compagine d’annidano – tanto in Giunta quanto in Consiglio comunale – elementi che, al contrario, rivendicano la loro appartenenza proprio a quella Destra che si sostiene di voler “avversare”. 

Fianco a fianco il sindaco Flavio Stasi e l’ex sindaco rossanese Tonino Caracciolo leader di “Corigliano-Rossano Futura”

Dato il “segnale”, sull’argomento messo sul piatto da “Corigliano-Rossano Futura” glissa a pie’ pari il Pd nella sua nota post-festa de l’Unità:

«Anche quest’anno il Partito democratico di Corigliano-Rossano ha ritenuto di scendere in piazza tra la gente per un confronto dal basso, mettendoci la faccia in un tempo in cui è sempre più difficile rappresentare le proprie idee e proposte stante la risaputa disaffezione alla politica, volendo invertire la tendenza con il prioritario impegno di recuperare partecipazione, interesse e sentire per il bene comune.

La scelta fatta ci ha dato ragione, avendo riscontrato una partecipazione diffusa e plurale che ci incoraggia ad andare avanti convintamente in questa direzione verso le prossime sfide politiche ed elettorali che ci attendono».

L’uditorio del week-end di dibattiti alla Festa de L’Unità

“In questa direzione” sembra voler dire “da soli” o con chi ci sta, Stasi non escluso. Per chi conosce Stasi e la sua innata presunzione politica, è difficile poterlo immaginare venire “a patti” col Pd dopo un confronto serrato sulla propria esperienza politico-amministrativa di quasi quattro anni e mezzo. Per chi conosce nel complesso le “risorse umane” del Pd, è difficile poter immaginare un serio confronto interno sullo stesso “argomento” fino alla “conta”, e allo stesso tempo è facile prevedere che come nel 2019 i dem di marca stasiana andranno a candidarsi nelle liste civiche di Stasi – in tal modo ponendosi fuori dal loro partito – mentre gli altri appronteranno la loro lista e le loro eventuali alleanze. Con un ribaltamento di ruoli: 

i dem che nel 2019 stavano con Stasi oggi lo avversano, al contrario, quelli che allora lo avversavano oggi stanno dalla sua parte. Mancano del tutto, però, anche solo delle timide indiscrezioni sull’ipotetico nome di candidato a sindaco del Pd, alternativo a Stasi. 

Lo “scannatoio” del Centrodestra: alla fine candiderà Turano per impallinarselo?

Nel Centrodestra al governo dell’Italia, della Regione Calabria e della Provincia di Cosenza – alla Provincia proprio grazie al “regalo” di Stasi che si candidò alla presidenza contro il candidato del Pd espressione anche della Piana di Sibari – il discorso in prospettiva delle imminenti Comunali sembra addirittura ancora più complicato. Qui, infatti, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega non s’incontrano al tavolo da un bel pezzo e quando s’incontrano per strada si guardano in cagnesco:

oggetto d’un sotterraneo scannatoio è la primazia sulla coalizione in relazione a “chi” dovrà esprimere il candidato a sindaco. 

Fratelli d’Italia, sentendosi l’ombelico del mondo, non molla la presa, sembrerebbe volerlo non solo del suo partito o comunque «vicino» ma anche «coriglianese». Però di nomi non ne ha, ne cerca e non ne trova. Ripiegherebbe su Forza Italia solo e soltanto sul nome della consigliera regionale Pasqualina Straface, ma è una tattica, perché in FdI sanno che la Straface ha una forte resistenza rispetto alla candidatura a sindaco, a meno che a chiederle questo “sacrificio” non fosse il presidente della Regione, Roberto Occhiuto. Il candidato in pectore di Forza Italia e della Straface è un nome oramai arci-noto: 

Giuseppe Turano, coordinatore cittadino del partito ed ex consigliere comunale di Corigliano. Turano, però, a Fratelli d’Italia non è gradito affatto. Zero a zero e palla al centro, dunque, perché la Lega su ipotetici rivendicazionismi sul nome del candidato a sindaco, appare del tutto “fuori gioco”.

Giuseppe Turano

Sembra poi al tramonto l’ipotetica candidatura dell’ex sindaco di Rossano Stefano Mascaro, esterno e “vicino” a Fratelli d’Italia, mentre gli ambienti di Fratelli d’Italia più storicamente “prossimi” all’ex sindaco rossanese Geppino Caputo preconizzerebbero un nuovo impegno d’un altro ex primo cittadino rossanese, Orazio Longo.

I dirigenti di FdI, Guglielmo Caputo, Giovanni Villella e Gioacchino Campolo

Finora, insomma, solo tante “scarpe vecchie” nella scarpiera del centrodestra, da Straface a Longo passando per Mascaro. E avanza la malizia negli ambienti di chi da tempo va sostenendo che al Centrodestra calza bene proprio il sedicente “di sinistra” Stasi e il suo ambaradàn, al netto delle polemiche su argomenti risibili che soprattutto Fratelli d’Italia di tanto in tanto solleva solo e soltanto per alzare polvere inutile.

Alla fine magari candideranno Turano, ma solo per impallinarselo e tanti saluti… direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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