CASTROVILLARI – I fatti risalgono al 14 novembre del 2020, quando il 41enne pregiudicato coriglianese Leonardo Orlando cadde nella rete d’un blitz “mirato” dei carabinieri.

Che gli perquisirono l’abitazione nel centro storico coriglianese di Corigliano-Rossano e lo trovarono in possesso d’un grammo complessivo di cocaina suddiviso in 6 involucri.

Dalla relazione dei detective dell’Arma emergeva pure che avrebbe opposto resistenza «iniziando una concitata discussione», perciò il magistrato di turno in Procura a Castrovillari l’aveva assegnato agli arresti domiciliari.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale castrovillarese, però, due giorni dopo, all’esito dell’interrogatorio di garanzia, pur convalidando l’arresto, ritenne sussistente la “modica quantità” della droga, e, quanto alla resistenza ai pubblici ufficiali, valutò carenti sia la minaccia che la violenza, liberandolo ed applicandogli la misura cautelare dell’obbligo di firma in caserma.

Il pubblico ministero Valentina Draetta richiese comunque il rinvio a giudizio di Orlando.

A seguito di richiesta di giudizio abbreviato, il giudice per l’udienza preliminare Lelio Festa lo ammise al processo con rito alternativo.

E ieri, alla conclusione del processo davanti al giudice, l’accusa era rappresentata dal procuratore capo Alessandro D’Alessio, il quale, chiedendo la riqualificazione del reato attinente la droga, ne ha sollecitato la condanna a sei mesi di reclusione, mentre per la resistenza l’assoluzione.

La difesa, rappresentata dall’avvocato Francesco Paolo Oranges, ha chiesto l’assoluzione per tutt’e due i capi d’imputazione.

Il giudice, all’esito della camera di consiglio, ha assolto Orlando. redazione@altrepagine.it

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