
CORIGLIANO-ROSSANO – Caro Direttore, consentimi una riflessione.
La pinquocrazia di Mister Pinqua in città ha fatto molto scalpore e tutti ne parlano. Lo stesso affarista (non solitario) è anche promotore di una lista elettorale.
Seguimi nel ragionamento:
se coloro che frequentano un noto truffatore corrono il rischio di essere essi stessi considerati truffatori, allo stesso modo chi condivide le idee di un pinquatore può essere considerato esso stesso un pinquatore.
Non per nulla Dante ammoniva:
«Noi andavam con li diece demoni. Ahi fiera compagnia! ma ne la chiesa coi santi, e in taverna coi ghiottoni» (Inf. XXII, vv. 13-15).
Proprio come Francesco Torraca che cita la massima tratta dalla “Tavola ritonda”:
«Gli mercanti hanno botteghe e gli bevitori hanno taverne, e giocatori hanno taolieri, e ogni simile con simile».
I malaccorti candidati della citata lista, non hanno valutato il rischio. Ma di rischi ce ne sono anche in altre liste ove abbondano saltimbanchi, giocolieri, traditori e affaristi anche plurirecidivi perché sempre al servizio dello spregiudicato manovratore di turno.
Gli ingenui possono essere ingannati, ma non le persone “sveglie” e oneste. Così mi auguro.
Lettera firmata
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