Responsabile dei fallimentari procedimenti amministrativi, una neo assunta in Comune facente parte del “cerchio magico degli amici degli amici”

CORIGLIANO-ROSSANO – «Abbiamo intercettato quei milioni di qua e anche quei milioni di là»:

l’improprio verbo “intercettare” è quello di gran lunga più abusato in queste settimane sui palchi e sotto dal sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi, nei suoi comizi ed interventi elettorali finalizzati a ri-ottenere il consenso dei cittadini amministrati per essere confermato nella consultazione amministrativa dei prossimi 8 e 9 giugno.

In realtà, la sua amministrazione, quanto a finanziamenti da parte di enti sovracomunali, ha “intercettato” molto, ma davvero molto meno di quanto egli voglia far credere con la sua veloce ed irruenta parlantina.

Già, perché, durante e dopo la pandemia del biennio 2020/2021, il Governo nazionale ha fatto letteralmente cadere sui comuni italiani (e per molti versi in modo assai discutibile) una pioggia di pila:

il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha infatti messo a disposizione dei sindaci milioni, milioni e ancora milioni di euro perché i comuni “progettassero” poderosi interventi proiettati a migliorare e ad ottimizzare la qualità della vita dei cittadini, nei più disparati ambiti.

Proprio per questa via, alcuni paesi e cittadine sono già diventati “d’oro”… e non ci sembra il caso di Corigliano-Rossano!

Il “caso” dei Servizi sociali: ecco come vengono bistrattate le famiglie dei disabili

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il 6 maggio 2022 ha ammesso a finanziamento ben 3 progetti presentati dal Comune di Corigliano-Rossano capofila dell’Ambito territoriale sociale, per i seguenti investimenti:

“Interventi di sostegno alle capacità genitoriali e prevenzione della vulnerabilità delle famiglie e dei bambini”, per l’importo di 211.500 euro;

“Rafforzamento dei Servizi sociali e prevenzione del fenomeno del “Burn out” tra gli operatori sociali”, per l’importo di 330 mila euro, finalizzato alla formazione ed all’aggiornamento degli assistenti sociali;

“Percorsi di autonomia per persone con disabilità”, per l’importo di 715 mila euro. Quest’ultimo progetto, in particolare, prevede l’adeguamento di due appartamenti dotati di ogni attrezzatura ed accorgimento tecnico idoneo ad abbattere le barriere architettoniche e consentire un costante monitoraggio degli occupanti da parte dei servizi sociali e dei servizi di medicina;

un luogo in cui persone con disabilità possano intraprendere un percorso di autonomia abitativa controllata. Insomma, un sospiro di sollievo per tutti quei genitori che, giustamente, si preoccupano di come vivranno i loro figli disabili dopo la loro morte.

Purtuttavia, il Comune – al di là dei proclami del sindaco Stasi – non è riuscito a far partire nessuno dei 3 progetti, per i quali era stata nominata in qualità di Responsabile dei procedimenti amministrativi la dottoressa Paola Nebiosi, la quale, circa 18 mesi fa (poche settimane dopo la sua assunzione in Comune) era stata nominata Rup.

La Nebiosi – per chi non lo sapesse – dal 2019 fa parte del “cerchio magico” degli amici e amici degli amici del sindaco Stasi, assieme a suo marito, Giuseppe Lefosse, candidato al Consiglio comunale nelle liste stasiane tanto alle scorse elezioni quanto a quelle oramai imminenti.

La sede municipale di Corigliano-Rossano

Ecco cosa dicono dal Ministero

Il Ministero ha pesantemente evidenziato la inefficienza del Comune, che, per quanto riguarda il progetto destinato ai disabili, ha attestato – mettendolo nero su bianco attraverso l’Ufficio Patrimonio – che non ha immobili nelle sue disponibilità da poter adibire al servizio del progetto stesso.

E gli immobili confiscati dallo Stato alla criminalità organizzata ed acquisiti al patrimonio comunale?!

Il goffo tentativo d’affidare all’esterno la gestione del progetto – impossibile, dal momento che il privato gestore avrebbe dovuto mettere a disposizione due appartamenti senza il rimborso del relativo canone di locazione – è stato solo un escamotage per non avviarlo.

Il progetto sulla formazione e l’aggiornamento degli assistenti sociali, invece, parte dal presupposto che il Comune disponga d’un assistente sociale assunto a tempo indeterminato per ogni 4.500 abitanti (così come prevedono per legge i Livelli essenziali delle prestazioni sociali), quando in realtà il Comune ne ha in pianta organica soltanto 3:

quindi addio al finanziamento di 330 mila euro e al progetto!

Però, udite udite che si sono inventati:

l’amministrazione Stasi, infatti, lo scorso 8 marzo, ha indetto una procedura aperta per l’appalto del servizio di “Rafforzamento dei Servizi sociali e di prevenzione del fenomeno del burn out tra gli operatori sociali” (il secondo dei 3 progetti).

E la domanda sorge spontanea:

se il Comune non dispone che soltanto di 3 assistenti sociali, come spenderà i 330 mila euro?

Ed ecco la “magia”:

nella Determina numero 48 dell’8 marzo è stato scritto che tra i destinatari ammissibili (cioè il personale da formare ed aggiornare) “non figura necessariamente solo il personale interno al Comune, ma anche il personale esterno”, vale a dire a quegli assistenti sociali che collaborano col Comune con quel contratto a Partita Iva che scadrà a fine novembre prossimo!

Per intenderci meglio:

il Ministero mette a disposizione del Comune risorse finanziarie per assumere e formare assistenti sociali, ma l’amministrazione del sindaco Stasi vorrebbe formare professionisti esterni che collaborano col Comune a Partita Iva…

Oltre 1 milione e duecentomila euro di risorse prestissimo andranno perdute perché il Ministero a breve revocherà l’ammissione ai finanziamenti, e le persone disabili della città con le loro famiglie purtroppo e loro malgrado perderanno un’opportunità di vita.

A questi circostanziati dati e fatti, cosa risponderanno il sindaco Stasi e la sua assessorile valletta alla Politiche sociali, Alessia Alboresi? direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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