CORIGLIANO-ROSSANO – Sono sempre in attesa di avere riscontro alle mie note e reiterate denunce, tutte per fatti documentati (C’È CHI HA DENUNCIATO TUTTO | Corigliano-Rossano: il sindaco Stasi, le catapecchie di Caracciolo, i Pinqua e gli “affari” immobiliari del Comune), anche perché da avvocato so che le ipotesi di reato, se accertate, vanno tempestivamente bloccate sia per evitare estreme conseguenze sia per non incoraggiare eventuali reiterazioni che, purtroppo, ci sono e sono all’ordine del giorno.

Ai molti che mi chiedono del perché questi fatti, oggettivamente gravi e reiterati, non abbiano avuto sviluppi giudiziari, anche perché confrontati con le vicende attuali della Regione Liguria, rispondo che anch’io non so spiegarmi la cosa. Ed aggiungo – perché in verità è la mia valutazione – che i fatti nostrani mi sembrano penalmente più rilevanti per diversi motivi:

a) la nostra vicenda è attuale, riguarda il presente della vita amministrativa, mentre quella ligure va avanti da quattro anni e nessun evento recente l’ha accelerata;

b) oltretutto, lì gli sviluppi investigativi sembrano a favore degli imputati tutt’ora agli arresti domiciliari, i quali hanno spiegato i fatti negli interrogatori;

c) nelle vicende locali, quindi, si può dire che gli ipotizzati reati hanno la prova della cosiddetta pistola fumante;

d) gli accusati dei fatti si sono messi in croce da soli, ammettendoli e dandone pubblicamente giustificazioni che sono logicamente insostenibili;

e) in Liguria si ipotizza una corruzione di 74 mila euro, in più anni, mentre qui (grave danno erariale), per due delle compravendite in un solo giorno (il 7 febbraio di quest’anno) sono stati esborsati al venditore degli immobili, nelle condizioni ben note, circa 104 mila euro oltre alle spese di rogito;

f) in Liguria si avanza il sospetto di un’operazione, sotto elezioni europee, “ad orologeria”, contro una amministrazione di destra: tutto per pregiudizio ideologico;

g) qui, al contrario, la qualcosa sarebbe più grave, per lo stesso pregiudizio ideologico non avrebbe funzionato “l’orologio” non solo perché al governo della città c’è un colore politico che ha il favore dello stesso pregiudizio, ma si sussurra – e la cosa è grave – che ci sarebbero pressioni di persone amiche e che qualcuno abbia già segnalato la cosa.

Il tempo – si dice – è galantuomo.

Avv. Pino Zumpano (nella foto in alto)

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