CORIGLIANO-ROSSANO – Maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. Per questi reati, nel pomeriggio di ieri si sono spalancati i cancelli del carcere di Castrovillari per un uomo di 49 anni di Corigliano-Rossano.

Ad effettuare l’arresto è toccato ai carabinieri della Stazione rossanese del Reparto territoriale diretto dal tenente colonnello Marco Filippi.

I militari dell’Arma, a seguito delle loro stesse indagini, hanno in pratica dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari, su richiesta della Procura diretta da Alessandro D’Alessio, nei confronti dell’uomo, d’origine nordafricana.

Il Tribunale di Castrovillari

Una storia drammatica cominciata all’inizio di quest’anno

La vicenda giudiziaria – che vede vittima la figlia dell’arrestato – è simile a quelle di molte ragazze di religione islamica che vivono in Italia e che si trovano a dover fare i conti con un’integrazione spesso ostacolata dai loro familiari e dalle usanze dei loro Paesi di provenienza.

Poco dopo l’inizio di quest’anno, la ragazza aveva deciso di raggiungere il padre in Italia, quest’ultimo da anni stabilitosi a Corigliano-Rossano e impegnato in lavori saltuari come bracciante agricolo e collaboratore domestico.

Le aspettative dalla ragazza erano quelle di potersi integrare il prima possibile, frequentando corsi di lingua italiana e trovando un lavoro che le potesse garantire l’indipendenza economica.

La gelosia del padre gliel’ha però impedito, tanto che l’uomo l’ha di fatto segregata in casa, impedendole di avere qualsiasi tipo di contatto con l’esterno ed effettuando un controllo asfissiante su tutte quelle che erano le sue possibilità di socializzare con gli altri, compresi i social network.

Il padre-padrone, nella sua attuazione patologica del controllo sulla figlia, sospettava in maniera infondata che la ragazza potesse aver fatto delle conoscenze che, in qualche modo, la spingessero ad integrarsi con il modo di vivere occidentale.

Il tarlo della gelosia ha quindi portato il nordafricano ad attuare dei comportamenti vessatori nei confronti della figlia, che spesso sono culminati in vere e proprie violenze fisiche e psicologiche. Atteggiamenti che hanno lasciato segni e lividi sul corpo della ragazza e che potevano rappresentare il preludio a qualcosa di ben più grave, come era solito sottolineare l’extracomunitario per intimidire la figlia e costringerla ad assecondare tutte le sue disposizioni.

L’autorità dell’uomo, negli ultimi tempi, aveva preso una deriva morbosa, con attenzioni ed approcci che hanno consentito di rubricare nei suoi confronti anche il reato di violenza sessuale. La ragazza è adesso collocata in una struttura e nei suoi confronti sono stati attuati tutti i protocolli di tutela previsti dalla legge. redazione@altrepagine.it

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