CATANZARO – Stamane, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Catanzaro, Fabiana Giacchetti, su richiesta del sostituto procuratore della Direzione distrettuale Antimafia, Stefania Paparazzo, ha disposto il rinvio a giudizio del 70enne boss di ‘ndrangheta coriglianese Rocco Azzaro detto Compa Roccu (nella foto a sinistra), nonché del 45enne ex superboss rossanese Nicola Acri soprannominato Occhi di ghiaccio (nella foto a destra) “pentitosi” nella primavera del 2021 e da allora collaboratore di giustizia.

Entrambi dovranno rispondere dell’omicidio del pregiudicato rossanese 29enne Andrea Sacchetti, ammazzato a colpi di pistola nel pomeriggio del 5 febbraio 2001 all’interno di un’azienda agricola ubicata tra la frazione di Cantinella di Corigliano-Rossano e quella di Sibari di Cassano Jonio, il cui cadavere fu poi fatto sparire con la collaudata tecnica ‘ndranghetista della “lupara bianca”

LEGGI ANCHE:

Ecco l’azienda agricola dove fu ammazzato e sotterrato Andrea Sacchetti

«Morfò temeva d’essere ammazzato da Sacchetti e per questo ci chiese d’ammazzarlo»

Andrea Sacchetti

Il “pentito” Acri (difeso dall’avvocato Sergio Mazzone del foro di Avellino), detenuto da 14 anni e già condannato all’ergastolo per omicidio, ha scelto d’essere processato col rito abbreviato:

perciò dovrà ricomparire nello stesso Tribunale di Catanzaro il 17 dicembre prossimo.

Azzaro (difeso dagli avvocati Francesco Paolo Oranges del foro di Castrovillari ed Enzo Belvedere del foro di Cosenza), dopo 6 anni ch’era tornato in libertà, il 16 ottobre dell’anno scorso era stato nuovamente arrestato ed incarcerato perché accusato tanto dell’omicidio Sacchetti quanto d’un altro omicidio per “lupara bianca”, quello del 34enne boss di Sibari Salvatore Di Cicco, eliminato dalla ‘ndrangheta il 1° settembre del 2001 in quel di Torretta di Crucoli, a pochi chilometri da Cirò Marina nel Crotonese, per il quale Azzaro, assieme ad altri, è già a processo davanti ai giudici della Corte d’Assise di Catanzaro.

LEGGI ANCHE:

Di Cicco ammazzato perchè «parlava con gli sbirri», Sacchetti ucciso e poi «frantumato per disperderne i resti»

A processo il boss coriglianese Azzaro, i “pentiti” Acri e Nigro e due “compari” di Cirò

Salvatore Di Cicco

Per l’omicidio Sacchetti, Azzaro dovrà invece comparire, per l’apertura del dibattimento processuale nei suoi confronti, il prossimo 8 novembre dinanzi ai giudici della Corte d’Assise di Cosenza.

In entrambi i processi i familiari di Sacchetti si sono costituiti parti civili (assistiti dall’avvocato Antonio Pucci del foro di Castrovillari).

A squarciare il velo sui due fatti di sangue silenziosamente compiuti dalla ‘ndrangheta jonica 23 anni or sono coi magistrati dell’Antimafia catanzarese era stato per primo proprio Occhi di ghiaccio, seguito a ruota da un altro importante “pentito” della ‘ndrangheta coriglianese, il 57enne ex boss Ciro Nigro che ha praticamente offerto il riscontro narrativo alle dichiarazioni del primo.

I magistrati inquirenti e i primi giudicanti hanno ritenuto le loro dichiarazioni «perfettamente sovrapponibili», ma le indagini sono state chiuse solo dopo una lunga serie di puntuali riscontri investigativi. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com