Ben 13 consiglieri comunali su 25 (la maggioranza) sono coriglianesi, ma per Statuto la sede della civica assise è solo quella rossanese. Stavolta avranno rispetto della loro storia politica?
CORIGLIANO-ROSSANO – Questa mattina siamo andati a trovare un caro amico del nostro giornale.
L’avvocato rossanese Pino Zumpano è un intellettuale di pregio e la nostra personale collocazione culturale e politica – inequivocabilmente agli estremi della sinistra – non ha mai precluso il dialogo e il confronto con lui, noto uomo di destra, anzi ha sempre arricchito il nostro modesto patrimonio conoscitivo relativo alle cose del mondo, degli uomini, della società e della politica in generale, e, in particolare, al nostro di mondo, quello in cui siamo di casa, Corigliano-Rossano.
Salutato l’avvocato e uscendo dalla sua elegante Biblioteca affacciata su Piazza Santi Anargiri nel centro storico rossanese proprio di fronte all’ingresso della Sala delle adunanze del Consiglio comunale di Corigliano-Rossano, ci è riaffiorato alla mente un nostro pezzo di politica pubblicato oltre 3 anni fa con un titolo assai più provocatorio del nostro solito (Storica sala consiliare vendesi come nuova!).
La sede municipale rossanese
L’imposizione di Stasi & Grillo nel 2019 col silenzio-assenso dei consiglieri comunali coriglianesi
La sede del Consiglio comunale di Corigliano-Rossano venne imposta nel 2019 col silenzio-assenso dei consiglieri coriglianesi, sin dalla prima seduta, dal sindaco rossanese Flavio Stasi e dall’ex presidente della civica assise Marinella Grillo (lei… “trevigiana” e oggi assessora della giunta Stasi).
Il sindaco Stasi e la sua assessora Grillo
Innegabilmente assai più ampia della Sala consiliare di Piazza Municipio nel centro storico coriglianese oramai abbandonata a se stessa con tutta la storia e la memoria politica che c’è dentro quelle mura.
La Sala consiliare coriglianese
Quando fu ristrutturata per essere riarredata, chi aveva il potere di fare le scelte fece delle scelte assai infelici, con lo spazio della sala che dovette adattarsi ad arredi eleganti quanto ingombranti, e non il contrario, ma per questo non si può mettere in croce nessuno e l’addio del Consiglio comunale al centro storico coriglianese era e resta un grosso problema di democrazia partecipativa.
Superare l’ostacolo dello Statuto
Il Consiglio comunale è un pubblico convegno aperto all’uditorio dei cittadini, e la soluzione a questo deficit logistico che manca di rispetto alla storia politica coriglianese, non può che essere quella di celebrare le sedute in modo alternato nella sala rossanese e in quella coriglianese.
C’è però un problema ed è un “ostacolo” non di poco conto:
i consiglieri coriglianesi del precedente Consiglio comunale di Corigliano-Rossano, infatti, svendettero loro stessi, e insieme a loro stessi svendettero la storia politica dell’ex città di Corigliano, non alzando alcuna barricata (a nostra memoria d’attenti cronisti) sull’inserimento nello Statuto comunale della nuova città della “Sede del Consiglio comunale” stabilita proprio nella sala consiliare rossanese.
Quella norma statutaria dal Consiglio comunale eletto lo scorso mese di giugno andrebbe modificata.
La prima seduta del nuovo Consiglio comunale
Costantino Baffa, Giuseppe Candreva, Demetrio Caputo, Marisa Caravetta, Gianfranco Costa, Giuseppe Fusaro, Giovanni Battista Leonetti, Francesco Marino Scarcella, Elena Olivieri, Daniela Romano, Lidia Sciarrotta, Pasqualina Straface e Giuseppe Turano:
oggi sono 13 sui complessivi 25 i consiglieri comunali coriglianesi, 7 sono di maggioranza, 6 di minoranza.
Qualora si svendessero pure loro, alcuni tra loro lo farebbero persino senza rispetto per la loro stessa storia politica o per quella dei loro cari:
la Caravetta e Turano furono rispettivamente assessora e consigliere comunale di Corigliano, la Straface ne fu addirittura sindaca, il nonno di Leonetti ne fu sindaco e il padre consigliere, il padre e la madre della Sciarrotta ne furono consiglieri, il padre della Romano ne fu consigliere, il fratello di Costa ne fu consigliere, ma ne fu sindaco pure l’attuale vicesindaco Giovanni Pistoia, mentre il padre dell’attuale assessore Francesco Madeo ne fu consigliere e assessore.
Tanto di “personale” già dovrebbe bastare e avanzare per porre immediatamente una questione che dovrebbe avere poco o nulla di personale, ma tanto di politico…
Siamo certi che l’ex vicesindaco rossanese Zumpano sarebbe pienamente d’accordo con noi (alla prossima visita glielo domanderemo). direttore@altrepagine.it