CATANZARO – Un atto giudiziario scritto in italiano e simultaneamente tradotto in cinese da un insegnante di lingua del Paese della Grande muraglia appositamente nominato ausiliario di polizia giudiziaria.
In calce reca le firme, oltre che del professore cinese, del procuratore distrettuale antimafia facente funzioni di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del sostituto procuratore Stefania Paparazzo che è la titolare di questa indagine italo-cinese-olandese.
I blitz dei poliziotti del Commissariato di Corigliano-Rossano e l’inchiesta della Procura distrettuale Antimafia di Catanzaro
Un’indagine antidroga che ha condotto al sequestro di qualche tonnellata di marijuana Made in China piantata, coltivata, essicata e impachettata in alcuni capannoni industriali di Corigliano-Rossano, Castrovillari, Santa Sofia d’Epiro, Luzzi e Amato in provincia di Catanzaro.
Una filiera di produzione fino a qualche mese fa inimmaginabile e neppure lontanamente ipotizzabile, poiché messa su aumm aumm – addirittura all’insaputa, anzi “a dispetto” della ‘ndrangheta – e capace di rifornire il mercato di tre città e olandesi:
Steenbergen, Arnhem e Roermond.
L’“invisibilità” e la capacità di “mimetizzarsi” rappresentava una sorta di “garanzia criminale” per tale traffico off-shore d’una organizzazione tutta cinese.
Un traffico stroncato nei mesi scorsi dai poliziotti del Commissariato di Corigliano-Rossano.
Tutto era incominciato a luglio dell’anno scorso col ritrovamento, all’interno d’un capannone industriale ubicato nelle campagne di Santa Sofia d’Epiro, d’una enorme piantagione d’“erba” illuminata da speciali lampade, irrigata con un sofisticato impianto e coltivata con un particolare concime. Nell’opificio criminale c’era poi la zona dedicata al confezionamento della droga:
241 chili ne sequestrarono i detective della polizia.
Qualche giorno dopo, in un capannone di Luzzi ne rinvennero altri 250 chili e nei giorni successivi altri 128 chili ad Amato nel Catanzarese.
Dall’attività investigativa emerse la “pista” che conduceva fino in Olanda, ch’era la destinazione finale della droga. E da lì è scattata un’attività d’intercettazione ambientale e di riprese con microtelecamere, e l’installazione d’un Gps di localizzazione su un’auto, una Mercedes con targa olandese.
Tutto faceva capo a una coppia di coniugi residenti nel centro di Castrovillari – Shuangjun Ye di 49 anni lui, Yongfen Chen di 52 lei – che attraverso corrieri e poste private spedivano in Olanda pacchi contenenti droga.
La polizia olandese, prontamente allertata, è intervenuta arrestando i destinatari e sequestrando alcuni pacchi.
In un anno i cinesi avrebbero prodotto alcune tonnellate di marijuana tutta destinata al mercato olandese.
L’ultimo sequestro è stato effettuato lo scorso mese di gennaio in un capannone della zona industriale di Castrovillari in contrada Serra delle ciavole, a pochissima distanza dal Tribunale e dal carcere:
altri 580 chili d’“erba”.
Oltre alla coppia, furono arrestati altri tre soggetti dagli occhi a mandorla – due uomini e una donna – Yizhang Shi di 47 anni, Yinfang Tan di 32 e Wang Wei di 36.
Indagini dichiarate concluse
Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato ai 5 indagati ed ai loro difensori proprio in questi giorni, il capo d’imputazione principale è quello di associazione per delinquere dedita al narcotraffico internazionale.
Il quintetto – tutto ristretto in carcere – è difeso dagli avvocati Giuseppe Francesco Gioffrè del foro di Palmi, Alessandro Fantappie del foro di Prato, Alfonso Piscino del foro di Torre Annunziata, Alessia Dominique Mastrovito del foro di Roma, Domenico Bove del foro di Cosenza e Mario Elmo del foro di Castrovillari. direttore@altrepagine.it