CASTROVILLARI – Quasi 5 anni di carcere. È questa la pesante pena inflitta nella giornata di ieri dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Castrovillari, Biagio Politano, nel processo con rito abbreviato nei confronti del 22enne coriglianese Salvatore Alonia (foto).

Il pubblico ministero Flavia Stefanelli aveva richiesto al giudice una pena ancora più pesante, pari a 8 anni di detenzione. 

Il giovane (difeso dall’avvocato Antonio Pucci) è recluso in carcere a Castrovillari dallo scorso 11 maggio, quando i carabinieri lo arrestarono in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale castrovillarese su richiesta della Procura, mentre si trovava già ristretto agli arresti domiciliari col braccialetto elettronico nella sua abitazione rossanese di Corigliano-Rossano.

Il Tribunale di Castrovillari

L’ultimo “chiarimento” col coltello a portata di mano

Stalking, porto abusivo d’un coltello, evasione e incendio di un’auto:

queste le imputazioni per le quali il gup Politano lo ha riconosciuto colpevole e condannato a 4 anni e dieci mesi di reclusione.

La vicenda che aveva visto Alonia protagonista era cominciata alla fine dello scorso mese di febbraio, quando il 22enne era stato arrestato per atti persecutori ai danni dell’ex fidanzatina minorenne, con la quale era stato insieme per quattro anni.

Allora era stato sorpreso col coltello nei pressi d’un esercizio commerciale dello Scalo coriglianese dove la vittima lavora e dove lui aveva preteso di vederla per un ultimo e definitivo “chiarimento”:

a coglierlo sul fatto erano stati i carabinieri del Reparto territoriale diretti dal tenente colonnello Marco Filippi.

Lo stratagemma per incendiare, di notte, l’auto alla madre della ragazza

Finito agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico di sicurezza, Alonia nei mesi successivi aveva covato la propria vendetta.

E la notte del 1° maggio aveva chiamato il 118 sostenendo di non sentirsi bene, così era stato trasportato da un’ambulanza nel Pronto soccorso dell’ospedale “Nicola Giannettasio” dove i medici l’avevano visitato e dimesso nel giro di poco tempo.

Dopo gli accertamenti diagnostici, era rimasto nella sala d’attesa dell’ospedale per alcuni minuti, poi ne era uscito ed avrebbe raggiunto l’abitazione dell’ex fidanzatina, e, sotto il palazzo, aveva appiccato fuoco all’auto della madre della ragazza, coinvolgendo anche altri due veicoli parcheggiati lì vicino.

Il comandante del Reparto territoriale dell’Arma Marco Filippi

Alonia era poi rientrato in ospedale e da lì aveva contattato i carabinieri per segnalare ch’era stato dimesso e poteva tornare a casa.

Tutti i suoi movimenti, però, erano stati ripresi da varie telecamere di sorveglianza pubbliche e private, e i detective dell’Arma l’avevano subito inchiodato. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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