CORIGLIANO-ROSSANO – Qui l’establishment si stava cacando sotto:
la previsione unanime – noi compresi, benché a noi della “cosa” non importasse proprio nulla – era quella che la fusione tra i comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero nel Referendum consultivo dei cittadini interessati passasse liscia come l’olio.
Invece, senz’alcun unguento o lubrificante, i cittadini di Cosenza, Rende e Castrolibero una volta tanto hanno ribaltato i ruoli:
anziché farsi inculare come al solito dai loro padroni, se li sono inculati loro i patruni i Cusenza.
Nomi e cognomi:
i fratelli Roberto e Mario Occhiuto, uno presidente della Regione Calabria e l’altro senatore della Repubblica, e il pur ondivago sindaco di Cosenza Franz Caruso, i primi di Forza Italia e il terzo socialista del Partito democratico, partito, quest’ultimo, che governa Cosenza non azzeccandone una né a Cosenza né a Bolzano.
Quel 26% di cittadini che di domenica non aveva altri kaiser da fare, è andato e ha detto «No».
Fine della storia.
Come la racconta Radio Co-Ro…
Lasciamo il grande freddo cosentino e veniamo a quello sullo Jonio che in queste ore non è da meno:
la Terza Città delle Calabrie è salva, ed era questa la speranza soddisfatta dell’establishment di Corigliano-Rossano che temeva – eccome – che da oggi la Capitale del Nord Est, la “Trieste” della Sibaritide, sarebbe scesa al quarto posto. Per numero d’abitanti o per lunghezza peniena… dai, non badiamo a questi dettagli!
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Un fatto è certo:
la massoneria politica i Cusenza non conta un… beep!!!
Già:
prima di buttarsi su una roba del genere avrebbe dovuto frequentare (con profitto) certe accademie ruscianise coi loro fratellini poveri (di spirito) curgghianisi.
Ah, che dilettanti!
Con la piccola Cusenza oramai fuori dai giochi, Co-Ro e la Calabria del Nord Est un giorno conquisteranno il Nord Ovest e tutti assieme dichiareranno guerra a Francia e Germania… e si parra assai pure all’Inghilterra!
Mo’ un si fissìa ‘cchiù:
vero sindaco Stasi e consiglieri Leonetti, Fusaro, Zangaro, Uva et similia?
Noialtri faremo un’altra fusione e pure un’altra Provincia con Acri, Cassano e Castrovillari, e insieme ci prenderemo la Lucania! (Matera capitolerà subito, io già mi sto marcando strette Scanzano Jonico e Policoro). Potenza resisterà, ma la espugneremo!
Gli ultimi appunti semi-seri li voglio dedicare a un paio di miei colleghi giornalisti, persone perbene e degne di stima, entrambi rossanesi ed entrambi anch’essi rappresentanti l’establishment.
Scrive Matteo Lauria che «Un cittadino che non si reca alle urne non rappresenta un modello di democrazia, tutt’altro!»
Ed è lo stesso Matteo Lauria che negli ultimi trent’anni chissà quante volte ha titolato:
«L’astensionismo è il primo partito».
Mio caro Matteo, quando definiamo – a giusta ragione – l’astensionismo «Un partito», è nient’altro che la verità.
Non so tu, ma io, tante volte negli ultimi anni, le urne le ho scientemente disertate… e allora?
Secondo te ciò vuol dire che non ho un’idea politica?
Quanti chili ne vuoi, Matte’?
«Chi non vota perde il diritto di farlo: è un’idea provocatoria, ma merita una riflessione», scrivi ancora:
Chi non lavora non fa l’amore è solo una simpatica canzone!
Marco Lefosse, invece, punta tutto contro «L’Ancien Régime di Cosenza»:
francamente mi riesce assai difficile l’esercizio di vederti rivoluzionario francese, e se «Cosenza è stata vittima della sua cosentinità» Corigliano-Rossano di che cosa è vittima?!
Poi continuo a leggerti e trovo la risposta nella «“Sindrome del Marchese del Grillo” (Io so’ io e voi non siete un cazzo)» e una volta tanto ci troviamo d’amore e d’accordo, tu ed io…
Ma poi vado ancora oltre e leggo che «La fusione di Corigliano-Rossano è un’altra cosa:
lontana dagli schemi del campanilismo con due comunità che hanno avuto il coraggio di mettere da parte storiche rivalità, di abbracciare la croce e portarla insieme»:
lo trovo su Netflix o su YouPorn ‘sto film, caro Marco?! direttore@altrepagine.it