Corigliano-Rossano: il giudice concede gli arresti domiciliari al pericoloso 36enne marocchino Yassine Elhani domiciliato alla Marina di Schiavonea

CASTROVILLARI – Nei primi giorni dello scorso mese di dicembre aveva buscato una condanna a 4 anni e quattro mesi di carcere nel processo con rito abbreviato – e dunque con lo sconto di pena d’un terzo – che l’aveva visto imputato dinanzi al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Castrovillari, Biagio Politano.

Nei giorni scorsi, lo stesso giudice che appena tre mesi fa l’aveva riconosciuto colpevole d’una serie di gravi reati, ne ha disposto la scarcerazione, su istanza del difensore, l’avvocato Giuseppe Vena, concedendogli di continuare a scontare la pena agli arresti domiciliari.

Il Tribunale di Castrovillari

Ecco i fatti e i reati di cui si era reso protagonista

Nel processo, al 36enne di nazionalità marocchina Yassine Elhani, venivano contestati ben 8 reati tutti gravissimi:

dal tentato omicidio di più carabinieri alla detenzione d’un consistente quantitativo di cocaina ai fini dello spaccio, dal porto abusivo di una pistola calibro 22 con colpo in canna e sei nel caricatore alla ricettazione della stessa arma da fuoco quale provento di furto, dalla detenzione di numerosi proiettili e munizionamento di vario genere alla resistenza aggravata verso più carabinieri al fine di sottrarsi all’arresto per ben due volte, tra i comuni di Corigliano-Rossano e Roggiano Gravina, fino al danneggiamento aggravato dell’auto dei carabinieri sempre al fine di sottrarsi all’arresto.

L’avvocato Giuseppe Vena è il suo difensore

Fu indagato nell’ambito dell’inchiesta sull’estorsione mafiosa alla famiglia Gattuso

Il pericoloso marocchino, domiciliato da molti anni nella popolosa frazione marina di Schiavonea a Corigliano-Rossano, era volto già da tempo noto negli ambienti investigativi e giudiziari.

Quando i carabinieri lo arrestarono, dopo un rocambolesco quanto pericolosissimo inseguimento, era ricercato da qualche tempo:

era il 27 febbraio 2024, giusto un anno fa.

Il 36enne era infatti sottoposto a intercettazioni telefoniche e telematiche su disposizione dei magistrati della Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro, dal momento che il suo nome era emerso nel corso delle indagini sulla ritenuta estorsione mafiosa ai danni della nota famiglia coriglianese dei Gattuso.

Da quel processo, però, la sua posizione era stata derubricata, stralciata, e trasmessa per competenza alla Procura di Castrovillari («Nessuna estorsione mafiosa». Il boss Abbruzzese in aula: «Gattuso mi chiese quel favore…»).

Quel 27 febbraio dell’anno scorso, fu protagonista d’una terribile fuga in auto tra Corigliano-Rossano, San Marco Argentano e Roggiano Gravina, inseguito dai carabinieri d’un Reparto territoriale e d’altre due Compagnie prima d’essere ammanettato per guadagnare una cella di carcere (Tutti i particolari della rocambolesca cattura).

Yassine Ehlani

Per il giudice non tentò di ammazzare i carabinieri

Nel processo a Castrovillari, il giudice Politano aveva escluso ogni aggravante che gli veniva contestata dal pubblico ministero Valentina Draetta:

dall’accusa più grave, ovverosia il tentato omicidio dei carabinieri, era infatti uscito assolto. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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