
CORIGLIANO-ROSSANO – Lavori pubblici con affidamenti diretti, ma anche gare d’appalto “chiacchierate” nel Comune di Corigliano-Rossano.
Cosa ne pensate quando c’è “commistione” fra i titolari delle ditte e chi siede in Consiglio comunale?
Si può essere “in affari” con l’ente pubblico che si rappresenta?
O tutto questo è soltanto… filosofia?!
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Oggi pomeriggio siamo andati nell’area del cosiddetto Porto a secco fatto realizzare ad uso dei piccoli pescatori sulla spiaggia di Schiavonea dall’amministrazione comunale del sindaco Flavio Stasi:
è costato alle tasche dei cittadini di Corigliano-Rossano oltre 150 mila euro e i lavori sono stati fiduciariamente svolti dalla “Fusaro Costruzioni Srl”, una famiglia d’imprenditori coriglianesi che in questi ultimi anni ha effettuato lavori pubblici comunali per circa mezzo milione di euro.
GUARDA IL VIDEO | Porto a secco? 4 legni e un ricettacolo di spazzatura!
La famiglia Fusaro è affine all’ex consigliere comunale di maggioranza Domenico Rotondo, avvocato e compagno dell’ingegnera Bina Fusaro, figlia e sorella degl’imprenditori edili Lorenzo e Gennaro Fusaro.
L’avvocato Rotondo nella precedente consigliatura sosteneva l’amministrazione Stasi, s’è ricandidato alle elezioni dello scorso mese di giugno e suo (e nostro) malgrado non è stato rieletto.
Quando la famiglia non raddoppia, ma non lascia!
La famiglia Fusaro però, benché non sia riuscita a raddoppiare, non ha lasciato affatto il Consiglio comunale e la maggioranza del rieletto sindaco Stasi.
Da poco più di otto mesi, infatti, il banco lasciato dal cognato lo occupa Giuseppe Fusaro, lui dottore in Filosofia e filosofo di professione, fratello di Bina e Gennaro e figlio di Lorenzo (nella foto d’apertura, da sinistra verso destra, Stasi, Rotondo & Fusaro).
«Ho deciso di candidarmi al Consiglio comunale di Corigliano-Rossano con Flavio Stasi, perché è sotto gli occhi di tutti che questo sindaco ha avviato un processo che si manifesta in opere concrete che si stanno realizzando e in una nuova immagine della città che si sta formando», aveva scritto Giuseppe Fusaro su Facebook lo scorso 28 marzo – poco più d’un anno fa – proprio per ufficializzare la propria candidatura che oggi lo vede ricoprire la carica di vicepresidente del Consiglio comunale.
Ipse dixit diceva qualche antico latino, ma pure qualche filosofo moderno, che si chiami Diego… o Giuseppe Fusaro, nulla cambia. direttore@altrepagine.it