
CASTROVILLARI – Il giudice monocratico del Tribunale di Castrovillari, Giusy Ferrucci, per come richiesto dal suo difensore, l’avvocato Giuseppe Vena, gli riconosce lo stato di semi-infermità mentale e lo condanna a un anno e mezzo di reclusione.
Il 39enne del centro storico coriglianese di Corigliano-Rossano Fabio Bruno, nel processo a suo carico ha ammesso le proprie responsabilità, affermando d’avere compreso i propri sbagli e chiedendo scusa.
L’uomo, dal novembre dell’anno scorso al mese di marzo era detenuto in carcere – poi era stato assegnato agli arresti domiciliari – in forza di ben due ordinanze applicative della misura cautelare nei suoi confronti per i reati di maltrattamenti in famiglia, danneggiamento, resistenza, violenza e minaccia verso alcuni poliziotti. Adesso è tornato in libertà.

Era stato arrestato perché, secondo l’accusa sostenuta dal pubblico ministero Raffaela Di Carluccio D’Aniello, maltrattava il padre e la madre, e con condotte reiterate e plurime provocava in famiglia una forte angoscia e disagio tali da rendere complessa e difficile la vita quotidiana:
Bruno, infatti, minacciava e vessava i genitori con cadenza quasi giornaliera per ottenere da loro denaro atto a soddisfare le proprie necessità.
Non solo:
il 13 aprile dell’anno scorso s’era presentato nel Commissariato di polizia cittadino e aveva distrutto il citofono posto sul portone d’ingresso, urlando e minacciando gli agenti in servizio, e, una volta entrato, aveva scaraventato a terra le sedie ed altre suppellettili presenti nella sala d’attesa, strattonando e spintonando i poliziotti. direttore@altrepagine.it