I giudici di Catanzaro esamineranno il ricorso del Comitato “forte” delle firme di migliaia di cittadini, e potrebbero ordinare alla Regione d’indire un nuovo Referendum popolare

CORIGLIANO-ROSSANO – Il 4 giugno del 1944 le forze armate alleate entrarono a Roma espellendo i nazifascisti, e, liberando la Capitale d’Italia, consacrarono il ritorno della normalità… benché quella “normalità” fosse quella del secondo Dopoguerra mondiale.
Il 4 giugno del 1989, invece, con le immagini trasmesse in diretta dalle televisioni di tutto il mondo, a Pechino, i dimostranti di Piazza Tienanmen vennero repressi dai carrarmati del regime cinese…
Cosa succederà il prossimo 4 giugno sull’asse Catanzaro/Corigliano-Rossano?
Il Tribunale amministrativo regionale darà un primo segnale di “liberazione” di Corigliano da Rossano (e viceversa), o, al contrario, vi sarà la “repressione” d’ogni velleità d’“autonomia” che da tempo serpeggia tra i cittadini dei due ex comuni soppressi nell’ottobre del 2017 proprio per fondare l’attuale città unica di Corigliano-Rossano?
Tra poco più d’un mese, infatti, i giudici del Tar di Catanzaro esamineranno il ricorso a suo tempo formalizzato da parte dei rappresentanti coriglianesi e rossanesi del “Comitato per il ritorno all’autonomia”.
Il comitato è forte di circa 7 mila firme raccolte tra i cittadini della nuova città, quelli che non l’hanno mai voluta e quelli che invece l’hanno sì voluta, ma che se ne sono pentiti non appena hanno cominciato a viverne il male andazzo.
Martedì sera scorso, il Comitato ha tenuto una partecipata riunione per fare il punto, tanto quello politico quanto quello giudiziario del caso, dopo il silenzio da parte della Regione Calabria sulla richiesta di concedere – proprio sulla base delle migliaia di firme raccolte – il Referendum popolare sulla Proposta di legge per il ritorno all’autonomia degli ex comuni di Corigliano Calabro e di Rossano.

Un momento della riunione di martedì sera
Mentre si raccoglievano le firme, il Consiglio regionale della Calabria approvava addirittura una norma di legge in forza della quale, in pratica, il Comune unico di Corigliano-Rossano non potrebbe essere messo in discussione prima che siano trascorsi almeno 15 anni dalla sua istituzione, formalmente avvenuta nel febbraio del 2018 con Legge regionale appunto.
Anche, ma non solo da qui il ricorso al Tar da parte del Comitato, composto sia da coriglianesi che da rossanesi, uniti da quel motivatissimo buonsenso di tornare alle due municipalità distinte, anche se vicine e amiche, per superare le enormi difficoltà amministrative affiorate con la fusione e l’istituzione del Comune unico, che, anziché unire, ha acceso enormi frizioni e divisioni tra coriglianesi e rossanesi. direttore@altrepagine.it