Come da prassi oramai consolidata, l’affronto subito da Giorgio Greco, il ritenuto capo ‘ndrina di Cariati, fu appianato col pestaggio dei suoi aggressori

CARIATI – È il 28 luglio 2021, sono le 11 del mattino e a bordo d’un furgone Fiat Ducato vi sono 3 persone:
Gaetano Roberto Bruzzese, 57 anni, calabrese nato a Bresso in provincia di Milano ma residente in Germania, suo figlio Marco, e Fiorenzo Santoro detto Renzo, 47 anni, lui di Rossano, formalmente residente a Corigliano-Rossano e trafficante droga in Emilia-Romagna per conto della ‘ndrangheta.
Il terzetto non sa d’essere sottoposto ad attività d’intercettazione da parte della polizia su disposizione dei magistrati inquirenti della Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro.

Due di loro – Bruzzese padre e Renzo Santoro – sono indagati, ed entrambi, lo scorso 1° aprile, finiranno in carcere nell’ambito della maxi-inchiesta anti-‘ndrangheta “Boreas” in qualità di ritenuti appartenenti alla ‘ndrina di Cariati.
Tra le conversazioni di quella mattina, dalla viva voce di Renzo Santoro emerge un fatto accaduto proprio alla Marina di Cariati durante l’estate del 2020, l’anno prima.
È un fatto accaduto sul lungomare, e, precisamente, nel noto Lido Mojito riconducibile a Giorgio Greco, 61 anni (nella foto d’apertura), riconosciuto presunto boss a capo della ‘ndrina cariatese, pure lui ovviamente finito in carcere, assieme a diversi altri ritenuti affiliati e concorrenti esterni al suo sodalizio ‘ndranghetista.
Che era successo al Moijto durante l’estate precedente?
Alcuni ragazzi, ubriachi, provenienti da un paese limitrofo a Cariati, avevano generato una rissa che aveva finito per coinvolgere proprio il boss Greco.
A raccontare il fatto è Renzo Santoro:
Bruzzese: «A Giorgio tuo hanno menato?»
Santoro: «Al lido»
Bruzzese: «Ma chi?»
Santoro: «Ragazzi… ragazzi di fuori»
Bruzzese: «E non lo sapevano chi era?»
Santoro: «Quelli erano ubriacatissimi, quello di Cirò gli ha detto “Finitela, non fate bordello e andatevene”… e quelli, tutte le donne, i camerieri… “Finite questo bordello e andatevene”… ma quelli erano ubriachi, si sono alzati e li hanno picchiati».

Il Lido Moijto sul lungomare di Cariati
Renzo Santoro spiega che v’era stato il “pronto intervento” degli accoliti del boss, Olindo Celeste e Alfonso Cosentino detto Fofo’, i quali però avevano dovuto desistere da qualsiasi intento violento in quanto si trovavano in inferiorità numerica e gli aggressori erano ubriachi ed armati di pistole:
Bruzzese: «E le conseguenze?»
Santoro: «Conseguenze niente perché erano 30 cristiani… sono andati gli altri cariatesi e… sono andati tutti quanti, Fofo’, Olindo, tutti quanti… solo che erano ubriachi ed avevano pure le pistole addosso… ed hanno fatto impaurire anche gli altri cariatesi… perché hanno cacciato le pistole ed erano tutti alcolizzati, sennò…».
Infine, dal racconto emerge che, come da prassi oramai consolidata nei rapporti tra organizzazioni criminali di tipo ‘ndranghetistico, l’affronto subito da Greco era stato appianato col pestaggio dei suoi aggressori, avvenuto il giorno seguente ad opera di soggetti del loro stesso paese di provenienza.
Santoro: «Il giorno dopo poi c’è stato il bordello… li hanno picchiati 3 o 4… questi sono andati a chiamarli nel paese… hanno mandato l’imbasciata al paese… li hanno presi e li hanno picchiati gli stessi loro paesani…». direttore@altrepagine.it