Diretti dall’Antimafia, i carabinieri indagano pure sul contemporaneo incendio notturno nella villetta ai Laghi dell’imprenditore di Castrovillari Pasquale Lavigna

SIBARI – Un commando armato composto da tre “azionisti” di ‘ndrangheta coi volti coperti. Uno alla guida di un’Alfa Romeo scura, ha aspettato i due complici scesi dall’auto, nel buio della notte tra venerdì e ieri, per compiere il preventivato eclatante atto criminale.

Che solo per un caso fortuito s’è rivelato “dimostrativo” contro la struttura dell’Hotel Sybaris con annesso villaggio turistico, di proprietà della nota famiglia Costa ed ubicato a Sibari lungo la Strada statale 106 jonica a pochi passi dal mare. 

È quanto sarebbe rimasto impresso nelle registrazioni delle telecamere di video-sorveglianza.

Prima di risalire in auto, uno dei due ch’erano scesi ha afferrato un fucile calibro 12 e ha fragorosamente premuto il grilletto per ben 6 volte contro la vetrata d’ingresso. Poi è risalito assieme all’altro e il guidatore dell’Alfa ha ingranato la marcia ed è sfrecciato via imboccando la Statale jonica a grandissima velocità. 

Una parte esterna del Sybaris interessata dall’incendio dell’altra notte

Mentre la sala ristorazione dell’albergo cominciava a prendere fuoco dal liquido infiammabile di cui era stata cosparsa con una tanica, poi rinvenuta da vigili del fuoco e carabinieri una volta domato il maxi-incendio che ha provocato gravissimi danni alla struttura presa di mira, col rischio, sfiorato, che l’atto potesse provocare ustionati, intossicati da quella densa coltre di fumo, o feriti nel panico generale che s’è scatenato tra gli ospiti dell’albergo e i turisti presenti nell’annesso villaggio, tutti evacuati durante il lungo intervento dei pompieri mentre sul posto giungevano ambulanze del 118 proprio a scopo precauzionale.

La mega-struttura dal sequestro del 2007 alla confisca, fino alla restituzione nel 2019

Sull’ennesimo gravissimo atto intimidatorio nella Sibaritide che reca la chiara ed inequivocabile “firma” della ‘ndrangheta, indagano sul “campo” i carabinieri della Compagnia di Cassano Jonio guidata dal capitano Michele Ornelli, sotto le direttive dei magistrati della Procura distrettuale Antimafia di Catanzaro capeggiati da Nicola Gratteri.

La mega-struttura del “Sybaris” nel 2007 era stata oggetto di sequestro preventivo proprio da parte dell’Antimafia catanzarese nell’ambito della maxi-inchiesta “Omnia” che vide arrestati e condannati alcuni esponenti della famiglia Costa, poi confiscato da parte dello Stato, e infine, nel 2019, restituito alla proprietà al termine d’una lunga contesa giudiziaria vinta proprio dalla famiglia Costa, originaria di Corigliano, ma da tanti anni attiva a Sibari nel settore della ristorazione e non solo. Una famiglia storicamente considerata “di rispetto” in relazione alle dinamiche della criminalità organizzata sibarita: 

qualcosa però, evidentemente, adesso dev’essere cambiato e l’Antimafia avrà il compito di “decifrare” cosa, dopo questo gravissimo “avvertimento”.

L’incendio nella villetta del rivenditore d’auto di Castrovillari

Parallelamente, le indagini dei militari cassanesi del capitano Ornelli dovranno cercare di venire a capo dell’altro atto intimidatorio di natura incendiaria e non solo, verificatosi quasi in contemporanea con quello del “Sybaris” e a pochissima distanza, all’interno del complesso residenziale “Iunco” dei Laghi di Sibari.

Quello ai danni della villetta estiva di proprietà dell’imprenditore 63enne di Castrovillari Pasquale Lavigna, attivo nel settore della rivendita delle auto, con precedenti penali e perciò noto negli ambienti investigativi.

Nella parte sottostante, la visibile traccia dell’incendio appiccato

Qui, per fortuna, grazie al servizio di vigilanza presente nel complesso dei Laghi, due guardie di turno si sono subito accorte del fuoco e si sono attivate per cercare di spegnere le fiamme che si stavano propagando nel seminterrato della villetta, buttandovi acqua ed evitando che s’estendessero.

Nel frattempo sono giunti pure qui i pompieri. Oltre all’incendio per fortuna domato in tempi rapidi, qui gl’investigatori dell’Arma si sono imbattuti pure in alcune scritte di forte carica minacciosa rivolte alla vittima. S’indaga, ovviamente, anche su un’eventuale “connessione” tra i due fatti, che ipoteticamente potrebbero essere stati compiuti dalle stesse mani criminali. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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