L’ex superboss rossanese oggi “pentito” Nicola Acri, ha recentemente chiamato in causa il boss e il figlio entrambi liberi come mandanti di quel fatto di sangue

CORIGLIANO-ROSSANO – A pochi giorni dalla pubblicazione dei verbali dell’ex superboss di ‘ndrangheta rossanese Nicola Acri oggi “pentito”, relativi al presunto movente (leggi QUI) dell’omicidio di stampo ‘ndranghetista di Andrea Sacchetti, ammazzato e fatto sparire nel febbraio del 2001, questa notte un incendio di chiara matrice dolosa ha interessato il noto lido balneare “La balera” sul lungomare rossanese di Sant’Angelo.
Lo stabilimento appartiene alla famiglia del 65enne boss locale Salvatore Morfò e del figlio Isidoro, entrambi liberi e chiamati in causa dall’oggi collaboratore di giustizia ed ex carismatico boss dagli occhi di ghiaccio proprio in relazione a quell’omicidio di 22 anni fa, quali presunti mandanti del fatto di sangue.

Nicola Acri e Salvatore Morfò
Un rogo sospetto quello di stanotte, che non può che suggestivamente rimandare proprio a quei presunti fatti d’allora, emersi solo oggi. Così come non appare simbolicamente casuale il fatto che, proprio di fronte al lido “La balera”, soltanto a pochi metri, vi abita proprio la madre di Sacchetti, la 75enne Anna Aiello.

Sul luogo dell’incendio sono intervenuti i vigili del fuoco del Distaccamento cittadino e i carabinieri del Reparto territoriale diretti dal tenente colonnello Marco Filippi, che indagano sullo strano “caso”. direttore@altrepagine.it