Assieme al 38enne Leonardo detto “Nino” o “Castellino”, sono finite in manette la 22enne cassanese Noemi Selvaggi e altre due donne legate a una famiglia mafiosa barese alleata degli zingari

CASSANO JONIO – Tra le tante accuse che pendono sul suo capo, anche quella relativa al tentato omicidio aggravato dalla discriminazione razziale nei confronti d’un ragazzo africano di nazionalità nigeriana, massacrato assieme ad altri africani a calci e pugni e lui colpito a sprangate la sera dello scorso 19 giugno nel pieno centro cittadino di Cassano Jonio. 

Il 38enne Leonardo detto Nino Abbruzzese, detto anche Castellino (foto), appartenente all’omonima famiglia ‘ndranghetista degli zingari di Cassano Jonio che dalla frazione di Lauropoili domina la scena criminale nell’intera Sibaritide, s’era dato uccel di bosco già dopo quel fatto.

E, a maggior ragione, era rimasto ben imboscato allorquando, all’alba del 30 giugno, l’Antimafia di Catanzaro l’aveva inutilmente fatto cercare dai carabinieri nell’ambito della maxi-operazione anti-‘ndrangheta “Athena” (leggi QUI). Per quello e per questo, in entrambi i casi, era destinato a una cella carceraria.

La ricerca dell’ultimo latitante di cognome Abbruzzese è diventata, perciò, per i carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, investigazione.

I detective del Reparto operativo sono partiti dal comune di Spezzano Albanese, confinante con Cassano e considerata la sua “base” logistica. Proprio da Spezzano, hanno seguito i movimenti d’una Fiat Punto bianca. E sono giunti fino alla regione Puglia e al suo capoluogo. A Bari, infatti, hanno localizzato il “covo” del latitante e della sua giovane amante, la 22enne cassanese Noemi Selvaggi, la prima delle sue tre fiancheggiatrici, tutte donne e tutt’e tre arrestate proprio assieme al latitante. 

Il nascondiglio di Abbruzzese era una villa sottostante la circonvallazione barese. Il blitz per catturarlo l’hanno fatto scattare il 6 novembre, lunedì scorso. Non un giorno qualunque perché quel giorno era San Leonardo, l’onomastico dell’interessato, e i carabinieri erano sicuri di beccare lui, lei e tutti gli altri complici a festeggiare, in questo caso le complici:

Pasqua Laddaga di 55 anni, proprietaria della villa, e la figlia 41enne Vittoria Lovreglio, quest’ultima dal cognome inequivocabile perché appartiene a una famiglia mafiosa barese che proprio nella maxi-inchiesta “Athena” è emersa come alleata degli Abbruzzese con cui avrebbe dei “traffici” in comune. 

Leonardo Nino o Castellino Abbruzzese è ritenuto il principale autore del violentissimo pestaggio del 19 giugno ai danni dei giovani africani, ed è accusato d’avere agito assieme a Francesco Abbruzzese detto Cicciotto di 26 anni (parente dell’ex latitante e pure lui coinvolto nella maxi-inchiesta “Athena”), Mattia Selvaggi di 19, Luigi Pio Gagliardi di 23, e Vincenzo Donato, di 24, tutti cassanesi e tutti individuati ed arrestati, dai carabinieri della Compagnia locale diretta dal capitano Michele Ornelli, tra la fine di luglio e i primi d’agosto.  

Francesco “Cicciotto” Abbruzzese

Nelle scorse settimane, Cicciotto, Selvaggi, Donato e Gagliardi, attraverso i loro avvocati difensori, hanno chiesto di poter essere giudicati col rito abbreviato rispetto al giudizio immediato deliberato dal giudice competente, a seguito della relativa richiesta formulata dalla Procura di Castrovillari. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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