E domenica un sindaco senza costume è comparso sulla spiaggia affollata di bagnanti nel tentativo di rimediare un piccolo ombrellone nel lido… del Partito democratico
Il secondo compleanno da qualche giorno è andato in archivio. La luna di miele coi cittadini-elettori che il 9 giugno del 2019 gli avevano tributato il 73% dei consensi è oramai soltanto un vago, lontanissimo ricordo. Da qualche tempo il sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi naviga a vista. E con l’inizio della stagione balneare, il fatto è ancora più evidente. Sì, perché nella giornata di domenica scorsa il giovane primo cittadino è stato paparazzato dalla spiaggia già affollata di bagnanti nel noto lido balneare coriglianese “Malena” ch’è di proprietà dei familiari d’un importante esponente del Partito democratico, Carlo Caravetta.
E proprio in piacevole compagnia di Caravetta, era, Stasi (foto d’apertura). A bordo spiaggia ma senza costume (scostumato!) come a dare un naturale suggello balneare alla nota politica pubblicamente diffusa soltanto lo scorso 25 maggio da parte degli esponenti dei circoli Pd del centro storico e dello Scalo coriglianesi e della marina di Schiavonea – quest’ultimo è il circolo cui appartiene Caravetta – a seguito del loro incontro politico col sindaco:
«Pur mantenendo il nostro ruolo d’opposizione abbiamo espresso la piena disponibilità ad avviare un colloquio sui temi che interessano la città intera e in particolar modo quelli dove possiamo, come forza politica, favorire il dialogo con le istituzioni nazionali», avevano scritto gli esponenti dem, che insistevano «la necessità che, nel rispetto dei ruoli e senza infingimenti, si riesca ad aprire un dialogo mirato allo sviluppo ed alla crescita dell’intera città è la nostra prima preoccupazione condivisa dal sindaco Stasi: riteniamo importante la disponibilità del sindaco».
Stasi “traffica” col Pd cercando di farselo alleato
Stasi non disdegna dunque nuovi alleati, dialogando e trafficando col Pd. Già, ma con quale Pd? Sì, perché quello dei tre circoli coriglianesi è lo stesso Pd che, spalleggiato dai suoi commissari provinciale e regionale, due anni addietro scese in campo nella partita elettorale coriglianrossanese proprio contro Stasi, schieratissimo col candidato a sindaco Gino Promenzio il quale in Consiglio comunale di Stasi è fermo oppositore.
Proprio mentre il Pd si spaccava come una mela, perché l’altra metà si schierò con Stasi candidando diversi suoi esponenti nelle sue liste e contribuendo in modo notevole all’affermazione elettorale dell’attuale primo cittadino, in particolar modo proprio nel campo coriglianese.
La gratitudine politica di Stasi è un tutt’uno con l’avvedutezza del personaggio politico Stasi. Quello che dialoga con esponenti balneari d’un partito tuttora commissariato a livello provinciale e regionale, quindi senza guida né linea politica, e sulla cui legittimazione politica delle autoproclamatesi dirigenze dei circoli locali l’altra metà del partito sembra nutrire forti dubbi. Ma a Stasi il pur piccolo ombrellone del Pd può fare comoda ombra, come vedremo tra breve.
I dem sembrano “combattuti”
Manterrà il suo pubblicamente dichiarato ruolo d’opposizione, il Pd? Rispondere a tale domanda è difficile, soprattutto in considerazione dell’alto tasso d’impopolarità che oramai da tempo investe il sindaco Stasi, e le sue compagini esecutiva e politica, nella comunità amministrata. Ed è per questo che i dem appaiono combattuti a fare il passo.
Rileva un dato politico: l’unico consigliere comunale del Pd, Aldo Zagarese, seduto tra i banchi della minoranza, nel civico consesso quando s’arriva al “dunque”, quello concreto, spesso s’astiene sulle proposte provenienti dall’esecutivo e dalla maggioranza-Stasi, riducendo le proprie critiche allo stato dialettico. Da tempo, inoltre, lo stesso Zagarese non firma i documenti politici pubblici della minoranza/opposizione consiliare.
Pure Zagarese due anni addietro era nella stessa schiera antistasiana e promenziana di Caravetta, ma lui l’etichetta del Pd in Consiglio comunale è riuscito a portarcela, a differenza dei dem che hanno sostenuto Stasi nessuno dei quali nel consesso civico può rispondere «presente» o «signorsì».
Nella maggioranza s’apre la falla. La lettera di protesta al sindaco
Purtuttavia dal «signorsì» al «signor-no» in politica il passo può essere medio-breve. Ed è il caso proprio di 5 consiglieri comunali della maggioranza-Stasi – tutti coriglianesi – che la scorsa settimana hanno preso carta, penna e calamaio. E hanno scritto proprio al sindaco, in modo formale, protocollando in Municipio la missiva, ch’è indirizzata pure agli assessori Mauro Mitidieri e Tatiana Novello, e ai dirigenti Giuseppe Graziani e Francesco Castiglione.
Firmatari: Rocco Gammetta, Antonio Cassano, Mattia Salimbeni, Biagio Frasca e Piersalvino De Gaetano. Oggetto: l’unificazione degli uffici tecnici in una sede unica a Rossano e l’apertura dello sportello del cittadino a Palazzo Garopoli a Corigliano. I 5 consiglieri rivendicano il formale e sostanziale «rispetto» d’una delibera consiliare approvata un anno fa, d’indirizzo differente.
Al netto della questione sollevata, la lettera dei 5 consiglieri dà forma alla crisi politica che investe la maggioranza-Stasi, pubblicamente inespressa da parte degli stessi protagonisti. A fine maggio altri consiglieri di maggioranza avevano disertato l’assemblea civica: quindici giorni fa erano solo “segnali di fumo”, ma non sembravano affatto provenire dal calumet della pace…
Dalle stanze importanti di Palazzo Bianchi è emerso che Stasi non avrebbe per nulla gradito la formale sortita dei suoi 5 consiglieri.
Ieri sera, frattanto, il vicesindaco Claudio Malavolta ha riunito i suoi-suoi, vale a dire i coriglianesi di “Corigliano-Rossano domani”, perché forse a problemi si stanno sommando a cascata altri problemi, politici e amministrativi. E in una nave che ha aperto più di qualche falla d’acqua, la scialuppetta del Pd potrebbe cominciare a servire, questo Stasi già l’ha capito.
Ieri sera il sindaco era invece in Piazzetta Portofino alla marina di Schiavonea: se con qualcuno dei dem o senza nessuno dei dem, le nostre fonti però non ce l’hanno detto… direttore@altrepagine.it