È il risarcimento che lo Stato dopo oltre un decennio deve elargire a tre cittadini rumeni fatti arrestare senza prove dall’ex magistrato Paolo Remer, radiato dall’ordine giudiziario ma che gli avvocati rossanesi continuano a invitare ai loro convegni…

CATANZARO – Mentre i galoppini del senatore rossanese di Fratelli d’Italia Ernesto Rapani – membro della Commissione Giustizia e «Collezionista di processi» come oltre a noi ha scritto anche l’autorevole giornale nazionale Il Fatto Quotidiano proprio questo mercoledì (leggi QUI) – preconizzano che il loro “divo” nella prossima primavera farebbe riaprire il fu Tribunale di Rossano dal governo Meloni-Nordio-Santanchè-La Russa-Delmastro

proprio dalle spoglie di quel tribunaletto fortunatamente estinto un decennio fa, oggi (ri)emerge una vicenda giudiziaria che rappresenta uno dei tantissimi danni alla giustizia italiana che AltrePagine negli anni passati e trapassati v’ha sempre dettagliatamente raccontato.

Arrestati senza prove e privati della libertà per oltre 100 giorni

In tre erano stati arrestati per un reato che non avevano commesso ed erano stati privati della libertà personale per oltre 100 giorni, tra carcere ed arresti domiciliari. L’ipotesi accusatoria era remota persino durante la fase delle indagini preliminari. Protagonisti, loro malgrado, tre stranieri, di nazionalità rumena. 

Erano finiti in manette per una rissa avvenuta nell’autunno del 2010 sul piazzale della stazione ferroviaria di Corigliano Calabro. E l’allora Procura di Rossano li aveva individuati quali partecipi dell’aggressione.

L’allora sostituto procuratore Paolo Remer – 3 anni dopo radiato dalla magistratura per il noto fatto giudiziario di pedopornografia che lo vide protagonista – sosteneva che i tre indagati avessero preso parte a quella rissa nonostante la loro ampia collaborazione coi carabinieri e lo stesso magistrato, che però non servì ad evitare loro le misure cautelari. 

Il dottor Paolo Remer

Uno di loro cercò di spiegare ai carabinieri d’essere stato lui vittima di un’aggressione compiuta da una ventina d suoi connazionali, che aveva coinvolto anche una delle mogli dei tre indagati ch’era persino in stato di gravidanza. I tre rumeni avevano fornito addirittura i nomi degli aggressori, ma l’inflessibile sostituto procuratore Remer ritenne che essi avessero partecipato alla rissa. 

La piena assoluzione dei tre rumeni che oggi lo Stato deve risarcire

Il difensore dei tre rumeni, l’avvocato Michelangelo Russo del foro di Cosenza, evidenziando come fosse insussistente la gravità indiziaria, chiese al giudice per le indagini preliminari l’incidente probatorio, ma il pubblico ministero Remer s’oppose con la richiesta di giudizio immediato, formulata nel gennaio del 2011 nonostante non fossero affatto cristallizzate le prove delle condotte criminose dei tre indagati.

La vicenda giudiziaria si concluse infatti con la piena assoluzione di tutt’e tre gl’imputati.

La Corte d’Appello di Catanzaro ha recentemente dichiarato l’ingiusta detenzione del terzetto

Per l’avvocato Russo, come ha sottolineato nell’istanza recentemente presentata ai giudici della Corte d’Appello di Catanzaro per l’ingiusta detenzione patita dai tre rumeni, il caso poteva essere chiuso già nella fase delle indagini preliminari. E questo – oggi – avrebbe permesso allo Stato di risparmiare ben 120 mila euro che i giudici catanzaresi hanno riconosciuto ai tre rumeni come risarcimento (40 mila a testa).

Il manifesto dell’ultimo convegno organizzato dagli avvocati rossanesi amici di Remer

Tutto ciò mentre a distanza d’un decennio le associazioni rossanesi d’avvocati continuano a invitare l’oramai ex magistrato Remer a relazionare ai loro convegni, come quello tenutosi il 16 giugno scorso a Palazzo San Bernardino, neanche a farlo apposta, sulla… “Giustizia riparativa”!!! direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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