Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata dal presidente del Caf “Labor” Andrea Michele Tiso in merito all’indagine della procura di Cosenza sulla presunta truffa ai danni dello Stato.

«Nel corso di un servizio mandato in onda dal Tg1 in data 22 dicembre u. s. nell’edizione delle ore 20, è stato reso noto che nella provincia di Cosenza l’autorità giudiziaria avrebbe iscritto nel registro degli indagati due operatori di un centro di assistenza fiscale responsabili di aver consentito a diversi cittadini, attraverso la falsificazione di documenti, l’indebita percezione del reddito di cittadinanza per un importo pari a oltre tre milioni di euro. Successivamente sono comparsi articoli su testate locali online di alcuni quotidiani, nei quali si riporta che i soggetti in esame avrebbero operato all’interno di una sede del Caf Labor (leggi QUI).

Lo scrivente Caf Labor intende fermamente contestare la veridicità di tali notizie diffidando formalmente le testate destinatarie delle persone a provvedere, senza alcun indugio, alla rettifica delle stesse. All’esito delle verifiche condotte in merito all’attività svolta dal sig. Cristian Sebastian Teglas, principale indagato, è emerso che lo stesso, nel periodo compreso tra il 2021 e il 2022 ha elaborato 33 domande di reddito di cittadinanza.

Tali domande, numericamente coerenti rispetto alla media nazionale (e, anzi, del tutto inferiori alla media) sono state sottoposte a controllo dal Caf Labor e risultate regolari. Le centinaia domande in relazione alle quali le autorità hanno ravvisato a carico degli indagati gli estremi del reato di truffa sono state invece trasmesse non già attraverso il canale dell’intermediario qualificato quale il Caf ma utilizzando il canale “alternativo”, ovvero gli Spid personali dei cittadini; la relativa documentazione è stata inoltre rinvenuta presso il domicilio dell’indagato”. Il Caf non ha mai percepito somme in relazione a dette domande.

È pertanto evidente che il sig. Cristian Sebastian Teglas abbia operato scientemente evadendo ogni forma di controllo che i centri di assistenza fiscale operano sulla propria attività e pertanto agendo personalmente, di intesa con coloro che risulterebbero aver indebitamente percepito la misura assistenziale. Si diffida pertanto all’immediata rettifica degli articoli pubblicati online, dovendo in difetto dare corso ad ogni iniziativa per la tutela dello scrivente».

Il presidente, Andrea Michele Tiso

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