CORIGLIANO-ROSSANO – “…Pci Psi (nun te reggae più), Dc Dc (nun te reggae più), Pci Psi Pli Pri, Piddì Piddì Piddì Piddì…”:

ci perdoni quella grande buonanima di Rino Gaetano se ce la siamo ri-arrangiata pro domo nostra.

Già, perché oggi dobbiamo trattare del partito più sfigato d’Italia e ancora più sfigato a Corigliano-Rossano, giustappunto il Piddì.

Nella città jonica, dove i prossimi 8 e 9 giugno oltre che per le Europee si voterà soprattutto per il rinnovo di Sindaco e Consiglio comunale, il Partito democratico è quello dei “due tavoli”.

Uno dove il padrone è il sindaco in carica Flavio Stasi (foto in alto) – che non è nemmeno iscritto al Piddì! – l’altro dove siedono “cecchini” che se solo Stasi vi si sedesse pure lui, lo sparerebbero a pallettoni.

Nomi e volti degli alleati piddìni di Stasi

Al primo “tavolo” – quello stasiano – siedono appunto gli stasiani del Piddì, alcuni dei quali da qualche tempo improvvisatisi “politici” e “strateghi” al comando di Stasi dopo essersi candidati con “successo” sotto le insegne d’uno degli avversari di Stasi. Costoro sono spalleggiati da un paio di “politici” di lunghissima esperienza – Franco Pacenza e Carlo Caravetta – due nomi e due garanzie per la folla oceanica che in città li ama proprio come li amava nel 2019 quando sostennero a sindaco l’anti-Stasi d’allora, Gino Promenzio, e, a distanza di quattro anni e mezzo, due nomi e due garanzie proprio per Stasi, il sindaco “rivoluzionario” che uscì dall’Arcivescovato rossanese con la lista degli assessori consegnatagli dall’allora arcivescovo Satriano, il sindaco del potere spirituale, temporale, massonico e del faccendierato affaristico di destra, ma sedicente «uomo di sinistra».

L’ex consigliere regionale Franco Pacenza

Ecco come si sta “regolando”, oggi, lo Stasi che nel 2019 urlava a squarciagola e con orgoglio sui palchi d’essere «contro i poteri della vecchia politica di destra e di sinistra»

Flavio Stasi e Carlo Caravetta

Ma fossero solo Pacenza e Caravetta!

Sì, perché tra i Piddìni con Stasi c’è pure la consigliera comunale, e – proprio grazie a Stasi – da poco pure provinciale, che risponde al nome di quella Rosellina Madeo già presidente del Consiglio comunale rossanese voluta dall’ex sindaco Stefano Mascaro, fiero avversario di Stasi che fa il tifo per la Destra. E la Madeo, pure lei alle scorse elezioni eletta nelle liste di Promenzio, cosa non farebbe per tornare magari a fare la presidente del Consiglio comunale oppure l’assessora di Stasi?!

Gli ex stasiani diventati anti-stasiani: ecco perchè

Al secondo “tavolo”, invece, siedono nientepocodimenochè i Piddìni che nel 2019 credettero alla“rivoluzione” del Papa e Re Stasi, quanti cioè si candidarono proprio sotto le sue insegne sfidando le intemperie e le intemperanze del “Piddì ufficiale” d’allora che stava con Promenzio pur senza simbolo.

Cosa “vogliono” gli uni e gli altri

Cosa è “andato storto” nei primi è di facile interpretazione:

sono saliti (molto presto) sul carro del vincitore e lì sono rimasti, pur senz’assistere a nessuna “rivoluzione” – anzi! – loro che avevano puntato sui “moti” più moderati di Promenzio.

Assieme a Pacenza-Caravetta-Madeo, con Stasi ci sono pure un paio d’onorevoli dell’oramai démodé establishment Piddìno regionale, ma forestieri a Corigliano-Rossano:

il consigliere regionale Franco Iacucci (il cui fratello Adolfo detto “Nello”, già consigliere comunale coriglianese e pure lui già sostenitore di Promenzio, ovviamente oggi sta con Stasi) e il capogruppo regionale Mimmo Bevacqua, entrambi “campioni di preferenze” a Corigliano-Rossano dove hanno rimediato poche centinaia di voti a testa. 

Da sinistra (si fa per dire!): Bevacqua, Madeo e Iacucci

Più sensato appare cosa sia “andato storto” ai secondi, cioè agli ex alleati di Stasi:

non hanno condiviso né “digerito” alcune importanti scelte politiche fatte in questi anni dal Sindaco, dalla sua giunta e dalla sua maggioranza in Consiglio comunale, né hanno avuto la possibilità di confrontarsi con quello Stasi Papa e Re per il quale anche la Giunta e il Consiglio comunale sono stati in questi anni dei “necessari organi superflui”.

Perciò, vorrebbero che si cambiasse “registro” e vorrebbero che al loro “tavolo” sedesse proprio Flavio Stasi, per poter avere con lui un “confronto diretto” in prospettiva d’una possibile “nuova alleanza” politica con lui e le sue liste civiche.

Ciò mentre quelli del “primo tavolo” si sono già portati avanti e dovrebbero (ri)vedersi domani sera.

L’appello pro-Stasi di Minnicelli

Frattanto, lo scannatoio in atto è alimentato anche dall’intervento di qualche giorno fa da parte dell’avvocato Maurizio Minnicelli, storico esponente Piddì e già amministratore di Rossano, il quale, dopo quattro anni e mezzo di silenzio assoluto – e forse anche d’assoluto disinteresse verso l’amministrazione della cosa pubblica – pur non mancando di criticare Stasi e la sua gestione del Comune, consegna ai compagni di partito anti-stasiani la più classica e stantìa delle paternali sinistrorse, chiedendo loro d’appoggiare Stasi per ostacolare quella sorta d’“occupazione nazista” del Comune che egli preconizza qualora le elezioni le vincesse la Destra, quella ufficiale.

L’avvocato Minnicelli

Ciò mentre proprio un consigliere comunale destrorso della maggioranza-Stasi nei suoi pourparler di questi giorni si lascia sfuggire che in caso di conferma elettorale «non ci faremo scrupoli: occuperemo tutto l’occupabile» direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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