CORIGLIANO-ROSSANO – Caro Direttore, scrivo queste due righe mentre (avrei preferito dormire, visto che è domenica mattina) un rumoroso tagliaerba, usato da altrettanto rumoroso indigeno, mi accompagna dalle 06.30 circa.

Come ogni volta che “scendo” (sono uno dei tanti che per lavorare e vivere una vita decente ha dovuto lasciare questa terra) non faccio che riflettere su cosa trattenga indietro questi luoghi dove ho vissuto buona parte della mia esistenza.

Perché qui un’abitazione costa meno di 1000 euro al metro quadro?

Perché il turista snobba questi posti che non avrebbero nulla da invidiare a mete più blasonate?

Perché qui non c’è sviluppo ma solo degrado che si aggiunge a degrado?

Questa amministrazione del sindaco Flavio Stasi, che prometteva di fare sparire con la bacchetta magica tutti i problemi, si è dimostrata tanto improvvisata quanto populista…

E i problemi sono ancora tutti là (forse anche peggiorati, se si pensa alla manutenzione stradale). Però, amministrazione a parte, è innegabile che il grande problema siano i rappresentati e non il rappresentante. La popolazione sembra peggiorare ad ogni mia “discesa” e quasi, arrivato al termine della vacanza, mi viene da affrettare la risalita, pur di abbandonare gli ex concittadini (salvo poi provare la nostalgia, sentimento sicuramente comune a molti “emigrati”).

Facciamo un po’ d’ordine, però, perché altrimenti qualcuno potrebbe risentirsi e, fingendo ignoranza, avere qualcosa da contestarmi.

1) Si parcheggia davanti alla porta dell’esercizio commerciale in cui ci si deve recare. Qualcuno azzarda l’uso delle quattro frecce, l’importante è parcheggiare di fronte all’ingresso, anche se in doppia fila o sulle strisce pedonali o in mezzo alla carreggiata. Anche se a pochi metri di distanza c’è ampio parcheggio.

2) La monnezza non differenziata e i sacchetti volanti. In 10 giorni non c’è stata mattina in cui non abbia visto qualche indigeno lanciare il sacchetto della spazzatura (visibilmente non differenziato) verso (alcune volte non centrando il buco) il cassonetto della spazzatura. Cassonetti rigorosamente tenuti aperti con rami, pezzi di “cassetta” della frutta o altre trovate neanderthaliane. Il tutto tra lo schifo da vedere, anche sul lungomare, e il puzzo.

3) I rifiuti e la merda di cane ovunque. Dalle bottiglie di birra agli assorbenti, passando per i preservativi usati, mollati in spiaggia. La cacca di cane su marciapiedi e in mezzo alla strada.

Guinzaglio e museruola?

Non scherziamo, costosa tecnologia non alla portata delle tasche locali. Per fortuna, in spiaggia, ci rechiamo dove non c’è nessuno e per poche ore al giorno. Altrimenti troveremmo anche i cani a mollo in acqua, lasciati liberi di infastidire gli altri bagnanti. Il caso vuole che quest’anno io non abbia ancora trovato le immancabili deiezioni di cavallo (cavallo, sì) sul lungomare.

4) L’anarchia totale.

Da dove iniziamo?

Da quelli che sbancano la sabbia del lungomare per usarla per lavori del lido di turno?

Dai furgoni/camioncini/automobili che trasportano frutta o, peggio, pesce per rivenderlo a qualche altro scemo?

Alla faccia di licenze, norme igienico sanitarie, rispetto delle norme fiscali (lo scontrino manco a parlarne) e, più in generale, del comune buon senso.

Vogliamo parlare dei tanti abusivismi, che si traducono anche in pugni nell’occhio, che infestano la città?

L’elenco sarebbe lungo. Probabilmente il lungo elenco lo conosce anche chi dovrebbe controllare (penso al vigile di turno e a chi è sopra di lui) che probabilmente è indaffarato in cose più urgenti ed importanti.

5) A nero, tanto la pensione me la paga lo stronzo che, tra le altre cose, paga le tasse. Sì, la storia che si sente ripetere è sempre quella “ehhh, purtroppo per campare questo è”. Insomma, vedere ex concittadini che arrivati a 40, o peggio 50, anni che ripetono che non hanno avuto e non hanno alternative…

Insomma, farebbe anche ridere, se la cosa non mi facesse incazzare. A nero, frodando lo Stato (tutti noi altri) più volte:

tra chi prende il Reddito di cittadinanza, chi prende la “disoccupazione agricola” (tante casalinghe dalle unghie sempre curate, a nero da chi esercita abusivamente, che qualche giorno all’anno avrebbero raccolto mandarini) e chi prende/prenderà la “pensione minima”.

6) Pochi lupi che comandano un gregge di pecore tutt’altro che normodotate. Sì, perché se si trattasse di pecore almeno normodotate la situazione sarebbe migliore. Invece, finita (e non grazie agli indigeni) l’era delle insegne del noto caffè che campeggiavano per tutti i bar della zona, continuano gli inchini ed il levarsi il cappello in segno di rispetto, nei confronti di chi il rispetto non lo merita.

7) Mi taccio, mi autocensuro, per quel che riguarda i disservizi. Ma d’altra parte, con questi rappresentati non ci si può aspettare un rappresentante che faccia le cose come si deve e che sappia farle.

C’è speranza per questa terra? 

Rimarrà un paese da terzo mondo? 

Eppure, quando sono lontano non faccio che sperticarmi in lodi (il mare, il clima, il vicino che mi porta la frutta, il patrimonio storico-artistico e culturale, i paesaggi) sperando di riuscire a convincere qualcuno a mettersi in macchina o su un treno per affrontare un viaggio della speranza e portare qualche soldo a questa terra.

Stefano Laurenzano, un ex concittadino rossanese, uno dei tanti, “sceso” in vacanza

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