Il pubblico ministero li riteneva i mandanti, ma il giudice per l’udienza preliminare ha pronunciato nei loro confronti la sentenza di non luogo a procedere per insufficienza di prove. Tutti gli altri imputati a giudizio

CATANZARO – S’è conclusa stamane nel Tribunale di Catanzaro, davanti al giudice Chiara Esposito, l’udienza preliminare a carico degli 11 indagati, a vario titolo, per l’omicidio di ‘ndrangheta compiuto la sera del 3 maggio dell’anno scorso a Schiavonea di Corigliano-Rossano, che vide vittima il 57enne pregiudicato del luogo Pasquale Aquino detto ‘U spusat,

per il tentato omicidio del pregiudicato 40enne Cosimo Marchese detto “Il diavolo” avvenuto il 1° giugno successivo in contrada Pirro-Malena sempre a Corigliano-Rossano, per la detenzione e l’occultamento d’un arsenale d’armi nella contrada Fabrizio della stessa città jonica – tra le quali quelle servite a compiere i due delitti – per un consistente traffico di sostanze stupefacenti e per alcuni danneggiamenti compiuti sempre lo scorso anno in lungo e in largo sul territorio cittadino. Reati tutti aggravati dal metodo mafioso. 

Il luogo dell’omicidio di Pasquale Aquino

Dal 6 dicembre dell’anno scorso, appena sette mesi dopo il fatto di sangue, il successivo tentato omicidio e la commissione degli altri gravi reati contestati, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, Giuseppe De Salvatore, aveva emesso e fatto eseguire dai carabinieri di Corigliano-Rossano, che avevano indagato coordinati dalla Procura Antimafia di Catanzaro, l’ordinanza applicativa delle misure cautelari in carcere nei confronti di 6 di loro, tutti coriglianesi, quasi tutti residenti in contrada Fabrizio.

Quale presunto esecutore materiale sia del delitto Aquino che del tentato omicidio di Marchese è incriminato il 22enne Francesco Le Pera, che in entrambi i casi avrebbe agito con dei complici, e, segnatamente, Manuel Intrieri detto “Zuzù” anch’egli 22enne, Giorgio Arturi di 40 anni recentemente condannato per un’estorsione mafiosa (leggi QUI), Piero Francesco Chiaradia di 50 e Giovanni Chiaradia di 56.

I fratelli Chiaradia (nella foto d’apertura), pluripregiudicati per ‘ndrangheta e traffici di droga, nelle scorse settimane erano stati condannati, unitamente a una terza persona, per il plateale incendio di stampo mafioso ai capannoni della “Socas” (leggi QUI):

Giovanni Chiaradia è detenuto in carcere, mentre il fratello Piero da qualche tempo è agli arresti domiciliari per motivi di salute.

Francesco Le Pera è il presunto killer di Aquino

Nell’indagine antimafia figura persino un minorenne e gli atti che lo riguardano sono stati trasferiti al Tribunale per i minorenni di Catanzaro.

Gli altri indagati per reati in materia di stupefacenti, armi e danneggiamenti, sono:

Matteo Domenico Maria Arcidiacono detto Cancariello, 27 anni, Bruno Arturi, 20, Giovanni Arturi detto ‘A vozza, 44, Antonio Pio Carvelli detto “Brivido”, 19, Annamaria Iacino, 37, Antonio Martino detto “Bullone”, 20.

Lo scorso 15 giugno, uno degl’indagati, il 33enne Francesco Cufone, s’è suicidato nel carcere di Taranto, dopo che, nelle settimane precedenti, aveva reso ai magistrati antimafia dichiarazioni confessorie ed accusatorie nei confronti degli altri indagati, salvo poi ritrattarle il giorno prima d’impiccarsi nel bagno della cella.

Il Tribunale di Catanzaro

L’assoluzione dei Chiaradia. Tutti gli altri a processo

Stamane, in conclusione dell’udienza preliminare, per i fratelli Chiaradia – ritenuti dalla Procura i presunti mandanti dell’omicidio – il giudice per l’udienza preliminare, in accoglimento delle richieste formulate dagli avvocati Pasquale Di Iacovo ed Enzo Belvedere (quest’ultimo co-difensore del solo Giovanni Chiaradia), ha sentenziato il non luogo a procedere per insufficienza di prove a loro carico.

Accolta, invece, la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pubblico ministero della Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro, Alessandro Riello, nei confronti di:

Francesco Le Pera, Manuel Intrieri, Giorgio Arturi, Bruno Arturi e Annamaria Iacino, per i quali il processo inizierà il prossimo 15 dicembre davanti ai giudici della Corte d’Assise di Cosenza.

Per Giovanni Arturi, Carvelli, Martino e Arcidiacono, invece, processo con rito abbreviato a partire dal prossimo 19 gennaio. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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