Rigettato il ricorso di Immacolata Vita, moglie di Mario Straface. E “spunta” una recente perquisizione dei carabinieri in casa del condannato definitivo fratello di Pasqualina, ex sindaca ed attuale consigliera regionale di Forza Italia

CATANZARO – Com’è noto, lo storico lido balneare, ristorante e pizzeria “Snoopy” della famiglia Straface che sorge sul litorale coriglianese di Corigliano-Rossano (foto), nelle ultime due estati è rimasto chiuso.

L’interdittiva antimafia del prefetto Ciaramella

Il 23 febbraio 2022, l’attuale prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, aveva disposto una motivata interdittiva antimafia nei confronti della titolare del lido, la signora Immacolata Vita, moglie di Mario Straface, condannato in via definitiva a 8 anni di carcere (già scontati) per associazione mafiosa ed estorsione nell’ambito della maxi-inchiesta giudiziaria “Santa Tecla” dell’estate del 2010 condotta dai magistrati della Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro.

Il prefetto di Cosenza

Quella stessa inchiesta giudiziaria, undici mesi dopo portò allo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’ex Comune di Corigliano Calabro, la cui sindaca era Pasqualina Straface, sorella di Mario tornato libero da alcuni anni, ed attuale consigliera regionale di Forza Italia.

Mario Straface

Nei confronti della ditta individuale intestata a Immacolata Vita, la Prefettura di Cosenza aveva applicato le disposizioni contenute nel cosiddetto “Codice Antimafia”, vale a dire il Decreto legislativo numero 159 del 2011 e in particolare le norme previste dall’articolo 67, sulla scorta delle relazioni del Gruppo interforze e delle informative delle forze di polizia. 

Pasqualina Straface

Certo un’interdittiva antimafia arrivata dopo ben 12 anni dall’inchiesta “Santa Tecla” – e dopo i sequestri e le confische dei beni – è stato un fatto alquanto “strano” e singolare.

Ci sono fatti nuovi? 

Il sempre caldo, magmatico e mai sopito terreno della ‘ndrangheta locale, oltre a diversi omicidi e ad altri gravi fatti, negli ultimi anni ha visto il “salto del fosso” d’un paio di suoi personaggi di primissimo piano, entrambi ergastolani: 

l’ex sanguinario superboss rossanese Nicola Acri detto Occhi di ghiaccio, e l’ex ‘ndranghetista di punta coriglianese Ciro Nigro, tutt’e due “pentitisi” nel giugno del 2021 ed attuali collaboratori di giustizia.

Se costoro abbiano riferito ai magistrati antimafia ipotetici fatti e circostanze relativi alla famiglia Straface, non è dato a sapersi, perché, da quei pochi verbali delle loro dichiarazioni che da qualche tempo sono diventati pubblici, non è emerso alcunché.

Al centro dello scatto, proprio nel “Lido Snoopy”, Pasqualina e Mario Straface coi loro familiari in occasione del compleanno di Mario nel 2019

Il ricorso al Tar di Immacolata Vita

Contro il provvedimento prefettizio, l’interdetta aveva proposto ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Calabria di Catanzaro. 

L’udienza in sede cautelare e in camera di consiglio s’era tenuta il 18 maggio dell’anno scorso, e i giudici della Prima sezione del Tar (presidente Giancarlo Pennetti, relatore Salvatore Gatto Costantino e referente Arturo Levato) avevano confermato il provvedimento antimafia, respingendo e rigettando il ricorso dei legali di Immacolata Vita (gli avvocati Aldo Zagarese del foro di Castrovillari e Paolo Clarizia del foro di Roma) contro le parti resistenti costituite:

Ministero dell’Interno, Autorità nazionale anticorruzione ed Ufficio territoriale di Governo-Prefettura di Cosenza, tutte rappresentate dall’Avvocatura distrettuale dello Stato. 

La sentenza dello scorso 19 luglio

L’udienza di merito s’è tenuta il 21 giugno scorso (presidente Pennetti, Primo referendario ed estensore della sentenza Levato, Referendario Domenico Gaglioti), e alle parti costituite in giudizio s’è aggiunto pure il Comune di Corigliano-Rossano (rappresentato dall’avvocato Miryam Macella), che nel frattempo, il 31 ottobre del 2022, aveva revocato la concessione demaniale marittima del “Lido Snoopy” proprio in attuazione dell’interdittiva antimafia del prefetto.    

Oggi AltrePagine è finalmente in grado di dare conto ai lettori della sentenza, depositata il 19 luglio vale a dire quasi 4 mesi fa. 

Il Tar – con un verdetto di 9 pagine, 6 delle quali contenenti le articolate motivazioni giurisprudenziali – ha rigettato il ricorso della signora Immacolata Vita.

I difensori della ricorrente avevano puntato tutto sulla separazione legale dei coniugi Straface-Vita, pronunciata dal Tribunale di Castrovillari nel 2015 e richiesta dopo l’irrevocabilità della sentenza di condanna per associazione mafiosa di Mario Straface. Separazione legale e non convivenza tra i due coniugi. Circostanza, quest’ultima, documentalmente smentita dalla sentenza.

Da un verbale di perquisizione domiciliare effettuato dai carabinieri il 3 dicembre del 2021 nell’abitazione di Mario Straface, è infatti emerso che Immacolata Vita dimora proprio col suo “ex” coniuge.

Scrivono, tra l’altro, i giudici del Tar:

«Il provvedimento interdittivo contiene un’adeguata motivazione in ordine alla presenza di esigenze di celerità, riconducibili al grave quadro indiziario da cui evincere un concreto pericolo di infiltrazione mafiosa nell’impresa».

L’ultima parola sullo “Snoopy” la diranno, nei prossimi mesi, i supremi giudici del Consiglio di Stato cui i legali della signora Vita hanno già presentato ricorso. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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