CORIGLIANO-ROSSANO – Di seguito pubblichiamo in esclusiva e integralmente il lungo messaggio WhatsApp che questa mattina il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, ha inviato a centinaia di suoi contatti telefonici tra i quali qualche decina di “gruppi” sullo stesso popolare social network, raccomandando a tutti di «non farlo circolare troppo» (sic!):

«Sarò sincero: aspettavo questo momento. Hanno preso la città per un bottino di conquista, per lo scalpo di una preda.

Hanno riesumato le peggiori storie e pratiche della politica moderna di un territorio. Biechi, logori burattini e burattinai. Stanno provando con tutte le loro forze ad arginare la forza prorompente non di un sindaco o una amministrazione. Stanno provando ad arginare la forza dirompente di una città e che amministrata liberamente cresce e diventa più forte, e questo è il più grande problema che certi poteri abbiano mai dovuto affrontare.

Si sono schierati in fila, ammucchiati uno sull’altro per tentare inutilmente di darsi forma, odiandosi tra loro ed odiando il loro capo fittizio, ma legati a doppio filo da squallidi interessi, promesse irrealizzabili ed ordini dall’alto. Sapete perché lo hanno fatto?  Per paura, e la paura induce a scelte sbagliate: hanno fatto il più grave errore della loro vita politica.

Ora che sono tutti concentrati uno sull’altro, l’esemplificazione della mediocrità che abbiamo sempre combattuto, il modello di tutto ciò che non dovrebbe essere la politica condensato in un unico informe mucchio, spazzarli via con un solo colpo sarà l’opera più salutare, dolce e gratificante della storia del nostro territorio.

Il sindaco Stasi e la sua sfidante alle elezioni di giugno Pasqualina Straface

Ora iniziamo a scendere in campo sul serio, sapendo di avere l’enorme occasione di consegnare ai nostri figli un modello di città del futuro e sconfiggere il ritorno ad un passato torbido. Per farlo non dobbiamo dare niente per scontato e non dobbiamo lasciare nulla al caso: di fronte ad un goffo mostro di fango, che non riuscirebbe a governare nemmeno se stesso, dobbiamo essere veloci, chiari e affilati.

Ora dobbiamo portare il nostro messaggio, la nostra proposta, in ogni angolo della città in ogni secondo: non abbiate paura di essere accolti, perché per ogni casa che si dimostrerà tiepida con noi, gli altri ne troveranno dieci ostili, ma dobbiamo entrare anche in quelle case. Dobbiamo tenacemente ricordare alla nostra amata gente – in ogni occasione e senza un secondo di sosta – chi siamo noi e chi sono loro, cosa abbiamo fatto noi e cosa hanno fatto loro, cosa potremo fare noi e cosa non potranno mai, mai, mai fare loro.

La paura li ha uniti per noi, ora noi dobbiamo fare il resto, per noi stessi e per la nostra terra. Noi siamo il futuro. Avanti». redazione@altrepagine.it

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