CORIGLIANO-ROSSANO – Egregio Direttore, come in quasi tutte le feste comandate, come anche in quasi tutte le estati, ritorno nel mio paese, Corigliano, oggi Corigliano-Rossano, per le ferie brevi o lunghe che siano.

Vivo ormai da anni a Bologna.

Tutto ciò che avviene nel mio amato e disgraziato paese lo seguo con interesse, anche grazie all’informazione on-line, e colgo l’occasione per ringraziarla per il suo lavoro puntuale e difficile in un contesto complicato.

In queste ore, avvicinandosi le elezioni comunali, mi sono sforzato di capire meglio la situazione sentendo un po’ di amici e parenti, prestando maggiore attenzione, in questi pochi giorni di mia permanenza in giro per il Comune, leggendo le notizie politiche e cercando il confronto qua e là.

Generalmente non approfondisco le questioni politiche locali perché schifato da anni da una classe dirigente chiacchierona che ha costretto e costringe molti ad andarsene come è capitato anche a me, e sinceramente – mi sbaglierò – sembra che qui non è cambiato proprio nulla.

Tanta gente continua ad andarsene, i problemi di Corigliano – non so quelli di Rossano – più o meno sono gli stessi di sempre:

fogne, spazzatura, viabilità, strade dissestate, la sostanziale mancanza di socialità e legalità e soprattutto di opportunità, ma in compenso abbiamo qualche concerto molto costoso, che poi, di fatto, pagano in maniera salata i cittadini, e un sindaco giovane e social che pubblica foto e post più di un sedicenne su Tiktok sulle sue grandi doti amministrative. Su cui, in queste ore girando per Corigliano, forse perché ormai abituato a una città come Bologna, mi assalgono dubbi, anzi si radicano certezze:

un altro chiacchierone.

Per non parlare della qualità dei consiglieri e aspiranti tali, molti incrociati in queste ore (tra sibburchij e vennirij santij) a questuare con gli sguardi il voto di preferenza non si capisce sulla base di quali risultati o propositi.

Una cosa mi è sembrata chiara però:

questo sindaco è il tipico demagogo che a quattrij e nu sordij cerca di carpire il consenso, soprattutto dei giovani, quelli con passioni più genuine e pure, e, se vogliamo, meno elaborate, o di quelli che ti dicono «vabbe’ ancuna cosa a sta faciennij» dall’alto del loro sapere!

Francamente, se fossi ancora residente mi preoccuperei dello stato delle cose e del livello…

Ah, dimenticavo, dall’altra parte c’è una coalizione che ha indicato a sindaco una signora le cui esperienze e vicende politiche e amministrative del passato sono ben note, e, infine, un tale che, a ogni elezione che si ricordi, si candida per diventare il solito fenomeno da baraccone, ma tanto lui è contento così.

Che dire:

buona Pasqua a tutti noi, ma per la Resurrezione di questa città ci vorrà, se mai accadrà, ancora tanto tempo, e di sicuro, con questo Sinedrio – o meglio con questa compagnia briscola – la vedo difficile.

Cordialmente.

Lettera firmata

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