È noto che il cosiddetto “sogno americano” è la speranza, condivisa sia dagli estimatori degli Stati Uniti d’America sia da parte degli stessi abitanti, che attraverso il duro lavoro, il coraggio e la determinazione sia possibile raggiungere un migliore tenore di vita e la prosperità economica.

Un sogno americano al contrario, in Italia, dallo scorso 4 marzo, data delle ultime elezioni politiche, lo sta vivendo gran parte dei parlamentari del Movimento 5 Stelle. Mai prima di quel giorno, infatti, da ‘ste parti e per chiunque, farsi eleggere deputato o senatore era stato come bere un bicchiere d’acqua fresca. Perché nel nome d’un sogno americano chiamato “governo del cambiamento”, ben un terzo dei cittadini italiani, in particolare quelli meridionali, ha segnato la croce su un simbolo politico dei cui candidati non conosceva né conosce i nomi. Persone oneste e perbene, qualità fondamentali per ogni rappresentante istituzionale di qualsiasi colore politico, ma qualità assolutamente insufficienti per la qualità stessa della proposta di radicale cambiamento eventualmente propugnata.

Senza allontanarci da noi stessi – anzi – vediamo in che modo stanno “cambiando” l’Italia, e in particolare la Calabria, e più in particolare il comprensorio della Sibaritide, i ben quattro parlamentari eletti sotto l’insegna stellata e tutti residenti nella città di Corigliano Rossano (nella foto, da sinistra, Francesco Sapia, Francesco Forciniti, Rosa Silvana Abate ed Elisa Scutellà).

Tra essi, per qualità dialettiche e contenuti culturali, si distingue senza dubbio il deputato Francesco Forciniti, il quale, sulla propria pagina Facebook, ogni due su tre, rivolgendosi ai cittadini, chiede loro di pazientare perché la strada verso il “governo del cambiamento” dal 4 marzo in qua si sta rivelando irta e piena d’ostacoli. E tutti ce n’eravamo già accorti, giusto un po’. Com’è noto a tutti, pare che in questa settimana il “governo del cambiamento” dovrebbe nascere per davvero, col fasciosovranista Matteo Salvini, forse pure coi nazionalisti di Giorgia Meloni, con l’astensione o il voto contrario ma benevolo del destrorso pregiudicato Silvio Berlusconi e con lo scalpitante fascistello moderato Luigi Di Maio il quale finalmente potrà firmare il proprio “contratto” per un governo fascio, il più fascio che l’Italia liberata abbia avuto ed il più fascio della già fascia Europa attuale. Auguri dunque – si fa per dire – a Forciniti il quale non ha mai tenuto troppo nascosta una propria tendenza “di sinistra” quanto a valori e contenuti politici.

V’è poi la deputata Elisa Scutellà, la quale finora ha all’attivo soltanto slogan e numerose partecipazioni a poco partecipate manifestazioni (se guardate in proporzione alla valanga di voti del M5S che nella Sibaritide il 4 marzo ha abbondantemente superato il 50% dei consensi) e una retoricissima denuncia pubblica relativa ai fondi destinati per il nuovo depuratore delle acque di Corigliano Rossano.

Andiamo sul deputato Francesco Sapia, già consigliere del soppresso Comune di Corigliano Calabro, molto sensibile alla complessiva e spinossissima vertenza in tema di sanità in Calabria e nella Sibaritide. Sapia proprio sulle tante delicatissime questioni sanitarie sta intervenendo a tamburo battente, ma le sue denunce pubbliche, messe nero su bianco unitamente ai propri colleghi, finora si sono arrestate all’invettiva politica sic et simpliciter quasi a voler e a dover soltanto segnare la presenza sugli organi d’informazione, e punto. Certo, mantenere alto il livello di guardia collettivo sulla mancata riapertura dell’ospedale di Trebisacce a fronte d’una oramai datata sentenza del Consiglio di Stato, o sull’inesistenza dei servizi di neuropsichiatria infantile è comunque apprezzabile, ma oggi il livello di Sapia e colleghi non è quello d’attivisti politici locali bensì quello di parlamentari della Repubblica ed interlocutori privilegiati non solo del nascente governo nazionale (hai detto bruscolini!) quanto pure delle alte burocrazie della commissariata Sanità regionale.

Infine, ma non certo per minore importanza rispetto agli altri, v’è la senatrice Rosa Silvana Abate. Se il video che ha impazzato in rete sul ritardo nel rispondere alla chiamata per la votazione del presidente del Senato è stato un’inezia (più imputabile ad un intollerante presidente Giorgio Napolitano parlamentare da oltre sessant’anni il quale poteva risparmiarsi l’energico richiamo ad una senatrice neofita) la figuraccia successiva della nostrana casereccia Abate un’inezia non è stata affatto. Vale a dire quando la senatrice s’è vista costretta a correre ai ripari dopo la comparsa del proprio nome quale cofirmataria d’un disegno di legge di riforma della Costituzione Repubblicana presentato alla prima seduta da un gruppo di senatori del gruppo delle autonomie sudtirolesi, tra i quali la propria casuale vicina di banco!

https://www.altrepagine.it/index.php/notizie/536-e-ora-la-senatrice-abate-m5s-vuol-cambiare-la-costituzione

http://www.altrepagine.it/index.php/notizie/537-la-senatrice-abate-m5s-smentisce-ma-gli-atti-ufficiali-la-smentiscono

Dalla loro elezione, i quattro parlamentari pentastellati locali dedicano i fine settimana “in casa” ad incontri tematici coi cittadini, animati dal senso civile e politico della denuncia pubblica dei numerosi ed atavici problemi che affliggono questo territorio. Apprezzabile. Noi speriamo che un giorno – il più presto possibile – riescano a presentarsi al cospetto dei cittadini per dire che “c’era questo grave problema e ora non c’è più, l’abbiamo risolto noi e l’abbiamo risolto così e così”

 

Di admin

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