Quel concorso era pulito. È quanto emerso anche in esito al processo celebratosi ieri davanti ai giudici della Corte d’appello di Catanzaro (presidente Anna Maria Saullo, a latere Assunta Maiore e Pietro Scuteri) che ha confermato la sentenza d’assoluzione emessa il 29 gennaio del 2015 dai giudici del Tribunale di Castrovillari
nei confronti dell’ex segretario generale dell’ex Comune di Corigliano Calabro Michele Viceconte (foto a destra), dell’ex vicesindaco dello stesso ex Comune Italo Le Pera (foto a sinistra), e delle funzionarie comunali Rosina Vitale e Maria Teresa Iannini, componenti, unitamente a Viceconte, della commissione di concorso che bocciò Vincenzo Piraino, istruttore di polizia municipale tuttora in servizio presso il Comando dell’attuale Comune di Corigliano Rossano (per Le Pera e Iannini in verità era stata dichiarata la prescrizione nella sentenza di primo grado). Tanto Piraino quanto il Comune di Corigliano Rossano s’erano costituiti parti civili contro i quattro imputati ed avevano proposto appello contro la loro assoluzione, oggi confermata: sono stati perciò condannati alle spese processuali.
La sentenza di ieri, le cui motivazioni saranno depositate entro i prossimi novanta giorni, mette davvero la parola “fine” in calce all’appendice giudiziaria del concorso interno per cinque posti d’ufficiale di polizia municipale indetto il 30 dicembre del 2003 dall’amministrazione dell’ex Comune di Corigliano Calabro al tempo retta dall’ex sindaco Giovanni Battista Genova. Il reato che veniva contestato agl’imputati era abuso d’ufficio. Ma i giudici hanno accolto le tesi difensive sostenute dai loro legali, gli avvocati del foro di Castrovillari Pierpaolo Cassiano e Simona Sisca. Quest’ultima è subentrata nella difesa dell’ex vicesindaco Le Pera a seguito della recente e prematura scomparsa del padre, il noto e compianto penalista Salvatore Sisca (insieme nella foto qui in basso).
La vicenda giudiziaria relativa al concorso era scaturita da una serie di denunce che erano state presentate da parte dell’istruttore Piraino. Quest’ultimo, assistito dall’avvocato del foro di Castrivillari Pasquale Di Iacovo, s’era costituito in giudizio contro gl’imputati quale parte civile, con una richiesta di risarcimento danni pari ad oltre 300 mila euro. Piraino, infatti, in merito al concorso cui aveva partecipato senza però risultare vincitore, assistito dall’avvocato del foro di Cosenza Oreste Morcavallo aveva dapprima adìto il Tribunale amministrativo regionale i cui giudici avevano rigettato il ricorso. Lo stesso, successivamente, aveva impugnato la decisione del Tar presso il Consiglio di Stato, che aveva confermato la sentenza emessa da parte dei giudici amministrativi di primo grado. La regolarità di quel concorso è stata quindi esaminata e scandagliata tanto dalla giustizia amministrativa quanto da quella penale.
I magistrati inquirenti dell’ex Procura di Rossano avevano richiesto per ben due volte l’archiviazione del procedimento penale a carico di Viceconte, Le Pera, Vitale e Iannini, richieste che non riscontrarono alcun accoglimento da parte dei giudici per le indagini preliminari, Federica Colucci prima e Margherita Letizia Benigno in seguito. Entrambi i giudici avevano di fatto disposto indagini suppletive e successivamente il rinvio a giudizio coattivo a carico degl’indagati. Gli avvocati Cassiano e Sisca hanno espresso soddisfazione per la conferma della sentenza assolutoria nei confronti dei loro assistiti. Su quel concorso, nelle maglie della giustizia era in un primo momento finita quasi per intero l’allora giunta comunale guidata dal sindaco Giovanni Battista Genova. Ma l’ex primo cittadino ed i suoi assessori, tutti difesi dall’avvocato Damiano Viteritti, ne uscirono ben presto.