Riceviamo e pubblichiamo: «Buongiorno Direttore, ho letto attentamente sia il tuo appello agli uomini del centrosinistra che le relative risposte e mentre leggevo l’accurata declinazione del “nido del cucùlo”, mi è venuta in mente una storiella che ho sentito tanti anni fa sul carattere dei calabresi:
“Ci sono due pastori confinanti uno dei quali ha una pecora meravigliosa. Ogni anno fa degli agnellini sani e robusti, dal vello viene fuori una lana di prima qualità e produce tanto latte da cui derivano formaggi strepitosi. L’altro pastore, tutte le sere, nelle sue preghiere, faceva notare a Gesù Cristo come era sfortunato ad avere un vicino proprietario di una così bella pecora. Dopo tanti giorni, Gesù, per non sentirlo più, appare e gli dice: bene, invidi tanto la pecora del tuo vicino? Domani ne avrai una uguale anche tu, così possiamo riposare tutti tranquillamente. Al che il pastore preso alla sprovvista, disse: Gesù, forse non ci siamo capiti, io non voglio la pecora uguale al mio vicino, voglio che la sua pecora, muoia”. Questa storiella, se riferita agli uomini del tuo elenco, calza a pennello, perché loro, chi più chi meno, vedono solo il “confinante” e non importa lo star bene tutti, interessa solo che l’altro sopperisca.
Sono anni che non frequento la politica coriglianese e di quei nomi, a parte due o tre di cui ho stima ed affetto, vecchia guardia, gli altri li conosco solo attraverso prese di posizione apparse sulla stampa e che si possono contare sulle dita di una mano. Questi non parlano mai? Non dicono mai la loro sugli eventi che coinvolgono il paese? Parlano e fanno liste solo nel periodo elettorale? Di conseguenza anche se prendono qualche voto, alla fine sono ininfluenti per la vita politica della città. E dire che in un paesone come Corigliano Rossano, avendone voglia , di cose da dire, da fare e da discutere ce ne sono. Sarà che io ho una visione vecchio stampo, ma per me la politica è servizio, sono idee a confronto. Il territorio, la criminalità, il lavoro, i servizi sociali, l’accoglienza, il turismo, eccetera eccetera. Se si ha voglia, di argomenti ce ne sono a iosa. Se intere classi sociali, intere frazioni, vengono abbandonate a loro stesse, nessuno va a proporre soluzioni, nessuno condivide il disagio reale, è scontato che nessuno li prende in considerazione.
Qualcuno diceva che anche nel centrodestra non navigano nell’oro. Anche loro propongono una classe politica decotta e inconcludente, è vero, ma loro hanno dalla loro che non devono elaborare nessun programma, hanno due slogan buoni per tutte le stagioni e su quelli viaggiano. La destra, per accaparrarsi il voto di chi, nella scala sociale, è negli ultimi gradini, non ha bisogno di prospettargli scuole, ospedali, assistenza sociale, lavoro, e fare di tutto per poter attuare questi programmi, a loro basta fargli apparire che non sono gli ultimi, dopo di loro ci sono gli immigrati che rubano loro lavoro e assistenza, come se prima degli immigrati si viveva nel paradiso terrestre. Seminare odio e rancore è molto più facile che costruire ponti e luoghi di incontro, per questo occorre che gli uomini di buona volontà si ritrovino per buttare il seme di una nuova civiltà, a cominciare dal coinvolgimento dei ragazzi che hanno stimoli e cultura per immaginarsi un mondo migliore. Non lo so se il tuo appello avrà successo, personalmente me lo auguro.
Mentre concludo, mi ritorna in mente quanto diceva Giulio Cesare, sosteneva che per lui era meglio essere il primo in Gallia che il secondo a Roma. La natura umana è fatta così, a molti non piace essere secondi, ma nel caso del centrosinistra, la scelta non è così chiara, loro una Gallia non ce l’hanno, se non sono primi, l’alternativa è la melma, la puzza, il tedio, la morte civile. Forse, se hanno uno scatto di orgoglio, possono provare i vantaggi di essere secondi, attivi e costruttivi, piuttosto che sommersi da melma maleodorante. Sempre con affetto, Mario Esposito».
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