Un gruppo di sindaci promuove la proposta di legge d’iniziativa popolare per istituire una nuova azienda avulsa da quella provinciale, ma il sindaco del terzo Comune più grande della Calabria sembra “sfuggente” e in Consiglio la sua maggioranza ne sa poco quanto nulla. Stasi vuole “boicottare” l’iniziativa perché non ne ha la primogenitura? Qualcuno dei “suoi” però si sta svegliando…
La proposta irruppe nel dibattito politico-istituzionale locale, provinciale e regionale lo scorso mese di gennaio. E – a ben vedere – non era una boutade. Sì, perché è scattata sulla scorta d’una considerazione reale, palpabile non tanto da parte del mondo politico quanto da parte d’ogni singolo cittadino della Piana di Sibari e dell’area del Pollino che abbia a che fare, una volta tanto, frequentemente, spesso o quotidianamente, coi servizi sanitari di cui dispone il proprio territorio.
Ed è proprio su questo terreno che la “considerazione” diventa praticamente ovvia: accentrare le gestione dei servizi in un’unica azienda sanitaria di livello provinciale è stato un errore madornale.
«Gli ultimi anni e in particolare gli ultimi mesi hanno dimostrato come l’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza non sia in grado d’assicurare una gestione unitaria e coerente dei propri servizi», sosteneva l’inverno scorso, in piena pandemia da Covid-19, Franco Mundo, sindaco di Trebisacce. E la denuncia fu contestuale alla sua proposta:
«Ho intenzione di promuovere una modifica all’attuale legge regionale che disciplina la materia, per istituire un’azienda sanitaria locale: una proposta di legge d’iniziativa popolare». Una proposta dal basso, dunque, perorata dal primo punto di riferimento politico-istituzionale che per ogni singolo cittadino è la figura del sindaco.
Mundo sta coinvolgendo in questa battaglia i suoi colleghi del territorio, circa 250 mila abitanti che ben 14 anni or sono sono stati deprivati di quelle che furono le ben due aziende sanitarie autonome del comprensorio, ch’erano in grado di saper leggere e interpretare con attenzione ed equilibrio le necessità della sanità territoriale.
L’obiettivo è quello di migliorare la quantità e la qualità dell’offerta sanitaria su un territorio vasto e disarticolato, nel quale l’attuale “sistema” non riesce a garantire neanche i livelli minimi d’assistenza a causa della cronica difficoltà d’offrire servizi efficienti nei tre presidi ospedalieri spoke di Corigliano-Rossano e di Castrovillari, carenti di gestione e di controllo, di personale, di risorse finanziarie e di management idoneo a gestire con efficacia ed efficienza un sistema sanitario da troppo tempo al collasso.
L’“iniziativa legislativa” parte dal Comune di Trebisacce
A distanza di qualche mese la proposta – messa nero su bianco – lo scorso 25 maggio è stata illustrata nel corso d’una conferenza stampa tenutasi nella Sala degli Specchi della Provincia di Cosenza. S’intitola “Riordino del sistema delle aziende sanitarie – Modifica dell’articolo 7 della Legge regionale n. 11 del 9 maggio 2007 – Istituzione dell’Azienda sanitaria locale della Sibaritide e del Pollino”.
Si rivendica dunque il distacco dall’Asp di Cosenza ed è già partita la raccolta delle firme a supporto della proposta di legge d’iniziativa popolare da sottoporre al Consiglio regionale della Calabria. Il Comune di Trebisacce ovviamente è il primo firmatario.
La proposta di legge d’iniziativa popolare è un istituto mediante il quale i cittadini, attraverso una raccolta di firme da presentare al Consiglio regionale chiedono ad esso di redigere e d’approvare una legge. La sola volontà dei cittadini non produce alcun effetto, ma deve passare attraverso il vaglio e la volontà del titolare della funzione legislativa, in questo caso il Consiglio regionale.
La proposta è stata già trasmessa a tutt’e 66 i Comuni coinvolti nella nuova “disegnata” azienda sanitaria locale, e dovrà essere deliberata dalle amministrazioni e ratificata dai consigli comunali. Sono necessari almeno tre Comuni aventi 10 mila abitanti.
Entro sette mesi dall’approvazione da parte dei vari Consigli comunali, gli atti saranno poi trasmessi al Consiglio regionale della Calabria. Un’eventuale decadenza dell’attuale Consiglio regionale non avrà nessuna ricaduta sulla proposta di legge.
Ecco chi sono i primi alleati del sindaco Mundo
«Oggi la Sibaritide-Pollino è penalizzata da un accentramento di potere e di gestione in materia sanitaria che ha favorito le corporazioni e la sanità privata a svantaggio dei cittadini e delle strutture pubbliche, senz’alcuna programmazione dei bisogni, dell’organizzazione della medicina territoriale, delle emergenze-urgenze e delle strutture ospedaliere», ma a fianco al sindaco di Trebisacce sedeva pure la sua collega di Cariati, Filomena Greco, appartenente a una famiglia che proprio negli ultimi anni è diventata proprio uno di quei potentati della sanità privata nella provincia di Cosenza. Era in veste di sindaca, ad ogni buon conto.
Altri importanti alleati di Mundo sono il sindaco di Castrovillari, Mimmo Lo Polito, e quello di Cassano Jonio, Gianni Papasso – entrambi Comuni con oltre 10 mila abitanti – presente pure il sindaco di Villapiana, Paolo Montalti e la sindaca di Oriolo, Simona Colotta.
Il sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi: un convitato di pietra
«Si consideri che nell’ambito del potere d’autonomia degli enti locali è intervenuto un riassetto istituzionale che ha comportato la fusione di due città come Corigliano Calabro e Rossano, che hanno creato la terza città della Calabria, con 74 mila abitanti», ha detto Mundo in conferenza stampa.
Ma il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, è assente: «Per garbo istituzionale poichè incarno la figura di presidente della Conferenza dei sindaci dell’intera provincia di Cosenza», ha fatto sapere. Purtuttavia la motivazione a molti non è sembrata e non sembra affatto convincente, e l’assenza del Comune “gigante” dello Jonio ha creato un clima di palese insofferenza attorno alla “cosa” Asl della Sibaritide-Pollino.
Corigliano-Rossano è per davvero – come sostiene il suo sindaco – «interessato alla proposta»? Sul punto avanzano forti dubbi, e la motivazione potrebbe celarsi proprio dietro la “personalità” di Stasi. Con ogni probabilità colto di sorpresa dalla determinazione con la quale Mundo & company hanno perseguito e stanno perseguendo un’iniziativa che vede il giovane e rampante primo cittadino fuori dalla “primogenitura” politico-istituzionale d’un atto di tale dirompente importanza.
Non solo. Già, perché secondo i beninformati delle “relazioni politiche” in provincia di Cosenza, Stasi – il quale è un “senza partito” al contrario di molti suoi colleghi del suo stesso comprensorio – starebbe da mesi trafficando con personaggi politici del capoluogo. Personaggi legati a strettissimo filo con l’amministrazione d’una sanità “centralizzata” proprio a Cosenza. Sì, perché “covando” proprie ambizioni politiche future, l’attuale sindaco di Corigliano-Rossano spererebbe d’incassarne il favore politico al momento opportuno e a lui più congeniale.
Proprio nella giornata di ieri Stasi e Mundo si sono incontrati. «Ho colto l’occasione per tornare a caldeggiare la cosa» ci dice il sindaco di Trebisacce, «così come di recente ho fatto pure con l’esponente di minoranza nel Consiglio comunale di Corigliano-Rossano Gino Promenzio; il sindaco Stasi ha garantito che presto anche il Comune di Corigliano-Rossano darà impulso alla questione».
Sulla proposta autonomista in materia sanitaria abbiamo interpellato un paio di consiglieri della maggioranza Stasi, la rossanese Liliana Zangaro e il coriglianese Rocco Gammetta.
La prima ha riferito che «la questione non è stata mai portata all’attenzione per una discussione politica in seno alla maggioranza consiliare, ma solo accennata a titolo puramente informativo».
Gammetta, il quale s’è detto «assolutamente favorevole alla proposta», ha invece detto in modo energico che «qualora l’amministrazione comunale non dovesse intraprendere l’iniziativa in tal senso, è probabile che lo faccia il gruppo politico consiliare cui appartengo, vale a dire “Corigliano-Rossano domani».
Il rischio per la compagine Stasi è quello di poter essere anticipati dai gruppi consiliari di minoranza. Chi vivrà vedrà. direttore@altrepagine.it