Terza udienza in Assise a Cosenza del processo per l’omicidio del fruttivendolo che vede imputato Salvatore Lagano. In un clima di paura ha deposto la sorella del defunto

COSENZA – Secondo il pubblico ministero, il sostituto procuratore di Castrovillari Veronica Rizzaro, ad ammazzare di botte il 49enne fruttivendolo coriglianese Cosimo Costa (foto) furono in tre, ma, a parte i sospetti sugli altri due, uno soltanto del presunto terzetto è finito a processo, ed è il pregiudicato 44enne Salvatore Lagano, in carcere dal 29 luglio dell’anno scorso con la pesantissima accusa d’omicidio.

La terza udienza davanti ai giudici della Corte d’Assise di Cosenza (presidente Paola Lucente, a latere Marco Bilotta) per il fatto accaduto la notte tra l’8 e il 9 giugno di quasi un anno fa, mercoledì mattina ha visto protagonista in aula la sorella della stessa vittima, deceduta il 19 settembre, dopo 3 mesi da quel pestaggio che l’aveva ridotto in fin di vita e che gli è stato fatale (Ammazzato di botte per un debito di 10 mila euro?).

Salvatore Lagano

La drammatica testimonianza di Antonietta Costa

Antonietta Costa è stata interrogata da tutte le parti processuali e dai giudici, in qualità di testimone.

Citata dal pm Rizzaro, la donna è considerata la “teste chiave” del processo per l’omicidio del fratello, ma l’esito della sua deposizione in dibattimento è controverso e in chiaroscuro.

Antonietta Costa, durante la fase delle indagini coordinate dalla Procura di Castrovillari e condotte “sul campo” dai carabinieri della Sezione operativa in forza al Reparto territoriale di Corigliano-Rossano, era stata sottoposta ad intercettazioni telefoniche e ambientali come lo stesso fratello. Il quale le aveva dapprima confidato il nome del suo ritenuto carnefice, ma poi, quando a fine luglio seppe che Lagano venne arrestato, cambiò repentinamente versione con la stessa sorella, dicendole che non sarebbe dovuto «uscire» nessun nome.

L’istinto di suicidarsi manifestato il giorno prima della “spedizione punitiva”

Nel corso dell’interrogatorio è però emersa la drammatica circostanza secondo la quale alcune persone avrebbero riferito alla sorella di Costa che il giorno prima del pestaggio a sangue e a morte, il commerciante avrebbe manifestato l’intenzione di suicidarsi tentando di lanciarsi dal balcone di casa, ed era stato visto da quelle stesse persone, che ovviamente saranno sentite nel corso del processo.  

Una deposizione, quella della Costa, comunque caratterizzata da parecchi «non ricordo» nelle risposte date alle domande del pm, che le ha mosso una lunga serie di contestazioni relative proprio alle intercettazioni telefoniche ed ambientali col fratello deceduto e col proprio compagno.

La teste è stata ovviamente interrogata pure dai difensori dell’imputato Lagano, gli avvocati Giuseppe Vena e Giuseppe Bruno, dall’avvocato Pasquale Pellegrino, che assiste la stessa Antonietta Costa e la madre, costituitesi parti civili nel processo, nonché dalla presidente dell’Assise cosentina.

Secondo il pm Rizzaro, il defunto Costa fu vittima d’una vera e propria «spedizione punitiva», che in più modi sarebbe stata «annunciata». Da qui il terrore di Costa, ma anche l’evidente paura che ha animato la sorella nell’aula di giustizia, anche in considerazione della resistenza e dell’assoluta reticenza dimostrata agl’inquirenti nel corso dei suoi ultimi 3 mesi di vita dallo stesso fratello proprio nel fare i nomi di chi l’aveva così brutalmente pestato a sangue.

Quando il nome di Lagano emerse dalle intercettazioni cui era sottoposta la Costa, l’attività di captazione venne disposta proprio nei confronti dell’odierno imputato e d’alcuni suoi stretti familiari. E da quel mosaico di registrazioni indiscrete erano emersi gl’indizi di colpevolezza a suo carico che l’hanno portato a processo.

Nell’udienza del prossimo 10 maggio verranno sentiti altri testimoni, che, come la Costa, sono stati citati dal magistrato che rappresenta la pubblica accusa. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com