Intimidazioni di ’ndrangheta: bottiglia molotov rinvenuta nel cantiere dei lavori alla galleria paramassi del Traforo

Aveva 300 grammi d’hashish, 13 di cocaina, 78 di sostanza da taglio, due bilancini di precisione, un coltellino multiuso e una pistola Beretta calibro 7,65 con matricola abrasa e relativo caricatore inserito, rifornito di 10 cartucce e di ulteriori 11 cartucce sfuse.

È finito così in manette – e subito dopo in carcere – il 36enne rossanese Gennaro Scura detto “Gegè”, pregiudicato e coinvolto in varie operazioni e processi anti-’ndrangheta.

A stringergli i ferri ai polsi è toccato ai poliziotti del Commissariato di Corigliano-Rossano diretto dal vicequestore Cataldo Pignataro.

Le indagini e il blitz in casa dei genitori di Scura sono state condotte dai detective in forza alla squadra di polizia giudiziaria guidata dall’ispettore Stefano Laurenzano, in collaborazione coi loro colleghi del Reparto prevenzione crimine della questura di Cosenza e la Squadra cinofili di Vibo Valentia.

S’è trattato d’una operazione “mirata”, scaturita dall’attività investigativa della polizia in merito ai recenti fatti di criminalità organizzata registratisi nel rossanese.

Dove non s’arresta la morsa della ‘ndrina locale. Nelle ultime ore, infatti, nel cantiere dei lavori in corso alla galleria paramassi nel quartiere Traforo del centro storico, gli operai hanno rinvenuto una bottiglia contenente liquido infiammabile, una molotov insomma.

Un chiaro atto intimidatorio indirizzato alla ditta appaltatrice che sta eseguendo i lavori, su cui stanno adesso indagando i carabinieri della locale Compagnia. redazione@altrepagine.it    

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