La dirigente dell’“Itis Majorana”, Pina De Martino, protagonista nei giorni scorsi d’una diseducativa storia di censura. Per motivi personali…
Questa è una storia che merita d’essere raccontata. Perché è proprio da storie come questa che viene minata l’educazione in generale, e in particolare quella civica, degli allievi che frequentano le nostre scuole per formarsi in modo sano ed affrontare, coi buoni valori acquisiti, il resto della società, per il futuro.
Ci arriva un invito
Lo scorso 15 marzo veniamo contattati telefonicamente da un’insegnante dell’Istituto tecnico industriale “Ettore Majorana” di Rossano, una stimata professoressa che conosciamo da sempre.
Incaricata, ci dice, da alcuni suoi colleghi che stanno organizzando una manifestazione scolastica per il 21 marzo, in occasione della giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
C’invia la bozza della locandina coi nomi degli ospiti relatori, cui si sarebbe dovuto aggiungere il nostro, nel caso avessimo aderito all’invito.
Il nostro imbarazzo per la presenza d’una “eroina antimafia”… sotto processo
Non è affatto la prima volta che veniamo invitati a manifestazioni di questo genere nelle scuole e fuori da esse, ma ci riserviamo di dare un cenno d’adesione o meno a stretto giro.
Leggendo, infatti, la bozza di locandina, vi scorgiamo un nome attualmente inappropriato per quel genere d’appuntamenti, soprattutto con le scolaresche. Il nome è quello della signora Adriana Musella di Reggio Calabria, già presidente dell’associazione nazionale antimafia “Riferimenti” e negli anni passati “mattatrice” delle manifestazioni anti-‘ndrangheta cosiddette “della gerbera gialla”.
La Musella è sotto processo al Tribunale di Reggio Calabria per gravi imputazioni – appropriazione indebita e malversazione – legate proprio alla conduzione di quell’associazione. Avrebbe, in pratica, impiegato parte dei fondi erogati all’associazione per le sue finalità statutarie da parte di enti pubblici, per suoi viaggi, pranzi, soggiorni in alberghi ed acquisti di beni di consumo.
A processo è finita per il fiuto dell’ottima giornalista investigativa reggina Alessia Candito de Il Corriere della Calabria, che aveva condotto una brillante inchiesta giornalistica, poi divenuta giudiziaria.
Chi abbia avuto la “splendida” idea d’invitare la Musella a una manifestazione scolastica, noi non lo sappiamo. Però lo immaginiamo…
Il secondo invito e la locandina col nostro nome
Il giorno dopo ch’eravamo stati contattati dalla prof, ci contatta una sua collega. Lei, al contrario della prima, facente parte del gruppo d’insegnanti che sta organizzando l’evento del 21. Ci chiede se avessimo deciso d’aderire alla manifestazione, al fine di poter inserire pure il nostro nome sulla locandina con l’elenco dei relatori.
A quel punto le esterniamo il nostro motivato imbarazzo per la presenza della signora Musella. La docente si rende subito conto, ne prende atto, prendendo al contempo atto del nostro imbarazzo, condividendolo. Ci dice che ci saremmo sentiti al più presto, una volta risolto il problema.
Poi ci ricontatta, inviandoci la locandina finale dell’evento col nostro nome e senza quello della signora Musella tra i relatori.
«Manifestazione annullata per Covid», ma non è vero…
Il gruppo d’insegnanti, però, non aveva “fatto i conti” con la dirigente scolastica, Pina De Martino. Un’ora dopo che ci aveva mandato la locandina, infatti, la stessa prof è costretta a ricontattarci. Per riferirci, stavolta, che la manifestazione era stata «annullata a causa dell’aumento in città dei contagi da Covid-19».
In effetti i contagi a Corigliano-Rossano erano aumentati: prendiamo quindi atto dell’“annullamento” comunicatoci per tempo, in estrema buona fede. D’altronde non avevamo motivo alcuno di dubitare della comunicazione della professoressa, persona seria.
Giorno 22, per caso assolutamente fortuito, veniamo a sapere che la manifestazione s’era invece svolta regolarmente!
Restiamo basiti. E realizziamo subito circa le motivazioni della grossolana bugia architettata – come ci verrà poi confermato – dalla dirigente scolastica. La quale, anziché mandare in ambasceria telefonica una persona seria quale la prof che ci aveva contattati e ricontattati, poteva chiamarci lei stessa per comunicarci d’essere a lei – e solo a lei – sgraditi nella sua scuola: “sua” nel senso di proprietà privata.
Ecco perché la preside ci ha censurati
Chi legge, a questo punto è curioso di conoscere le motivazioni alla base della censura della De Martino nei nostri confronti. La quale non s’è curata neppure di dovere, a quel punto, riscrivere la locandina, ma ha pensato di cancellare il nostro nome con una striscia verde, decorando poi la locandina stessa con altre due strisce verdi per confondere le acque!
Ecco le risposte alle vostre legittime curiosità: Pina De Martino è la madre di Alfonso Arcovio, segretario del sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi, e di lui ci siamo occupati lo scorso 30 luglio per questa “onorevolissima” storia: Corigliano-Rossano: altri 8 mila euro a testa ai due cortigiani del sindaco Stasi!
Il successivo 2 agosto, invece, proprio alla De Martino toccava d’essere citata in una nostra cronaca in tema – toh! – proprio di mafia e di antimafia: Corigliano-Rossano | La malriuscita parata antimafia e i rapporti “equivoci” del sindaco Stasi