L’imboscata “legislativa” dello scorso 22 dicembre in Consiglio regionale non ferma – anzi – l’iniziativa del Comitato per il ritorno all’autonomia dei due ex comuni
Sono passati esattamente 20 giorni dalla genialata “giuridica” della guardia forestale coriglianrossanese Giuseppe Graziano, che la maggior parte di chi lo conosce (e lo evita) chiama «generale» e i suoi lecchini «onorevoleee» dal momento che – eletto con l’inesistente partito dell’Unione di centro – siede nel Consiglio regionale della Calabria.
Lo scorso 22 dicembre, infatti, tale personaggio, ha presentato in aula ed assieme ad altri 17 consiglieri regionali – compresa l’altra coriglianrossanese, Pasqualina Straface di Forza Italia – ha approvato un emendamento legislativo, imboscato in una legge cosiddetta omnibus, al solo ed esclusivo recondito scopo di bloccare la proposta di legge regionale d’iniziativa popolare presentata in Consiglio regionale lo scorso 23 novembre e finalizzata ad abrogare di fatto proprio una legge che porta il nome di Graziano, ossia la Legge regionale numero 2 del 2018 istitutiva del Comune di Corigliano-Rossano.
Il comitato autonomista ha già raccolto oltre 2 mila firme certificate
L’iniziativa legislativa, intrapresa dal Comitato per il ritorno all’autonomia degli ex comuni di Corigliano Calabro e di Rossano, nel giro d’un solo mese risulta già supportata da oltre 2 mila firme autentiche e certificate dagli avvocati che hanno sposato la causa, sul numero minimo di 5 mila in 6 mesi previsto da un’altra legge regionale in vigore attraverso la quale il comitato popolare ha normativamente acceso il procedimento presso il Consiglio regionale stesso.
Adesso quella legge regionale Graziano & Company l’hanno modificata, ma la legge, com’è noto a chiunque abbia soltanto sfogliato un elementare manuale di Diritto in uso alla Ragioneria, può stabilire solo e soltanto per il futuro e non può bloccare un procedimento in corso secondo una legge in vigore al momento della sua accensione.
Ad ogni buon conto, dal 22 dicembre in qua, il comitato popolare sa che le imboscate politiche (ed eventualmente anche giudiziarie) da adesso in poi saranno in agguato, ma ccà nisciuno è fesso e nel comitato popolare ci sono buoni politici e ottimi avvocati…
In Consiglio regionale sanno quello che fanno… anche la Straface
Le versioni che dagli ambienti politici regionali sono circolate sul fatto del 22 dicembre sono goffe, ridicole. È stato narrato, infatti, che il consigliere Graziano non avrebbe informato nessuno della sua iniziativa e che in un’aula frettolosa d’andare a casa per le feste di Natale non l’avrebbe nemmeno letta e illustrata correttamente.
Graziano è stato fatto praticamente passare come un truffatore politico e legislativo e i suoi colleghi consiglieri come truffati:
più esplicitamente, una massa d’idioti buggerati da un impostore.
No:
noi a questa – sì – idiozia creata ad arte da chi ha bisogno di giustificarsi, non abbiamo creduto sin dal primo momento in cui ce l’hanno raccontata. Già, perché nel Consiglio regionale della Calabria sanno quello che fanno, e lo sanno molto bene. Tutti. Pasqualina Straface compresa…
Sabato scorso il comitato ha inaugurato la sua sede
Il Comitato per il ritorno all’autonomia dei Comuni di Corigliano Calabro e di Rossano non ha mai bloccato i tavoli per la raccolta delle firme, anzi ha rilanciato con maggior vigore la sfida al gatto & la volpe e al resto dello zoo politico calabrese e coriglianrossanese, moltiplicando tanto gli appuntamenti di piazza quanto i punti di raccolta.
Sabato 7 gennaio scorso, il comitato ha anche inaugurato la propria sede fisica, in Via Campania nel cuore dello Scalo coriglianese.
Qui, gli attivisti politici e gli avvocati certificatori delle firme dei cittadini sottoscrittori della proposta di legge regionale d’iniziativa popolare per la scissione di Corigliano e Rossano, saranno in qualsiasi momento lieti d’accogliere chiunque condivida la finalità politica e l’obiettivo finale del comitato stesso. direttore@altrepagine.it