CASSANO JONIO – Considerata la sua età, 76 anni, i giudici dell’Antimafia di Catanzaro la scorsa estate l’avevano assegnato agli arresti domiciliari.
Lui, però, anziano ma criminale incallito pluripregiudicato, al regime detentivo casalingo non ci ha saputo stare. Così, per lo storico capostipite ‘ndranghetista degli “zingari” cassanesi di stanza a Lauropoli che dominano l’intera Sibaritide, vale a dire quel Celestino Abbruzzese meglio noto come Asso di bastoni o Ciccio ’u zingaru (foto), s’è di nuovo spalancato davanti il cancello del carcere.
L’aggravamento della misura cautelare nei suoi confronti decisa dalla stessa magistratura antimafia, è frutto delle scrupolose attività d’osservazione ed investigative messe in atto dai carabinieri della Compagnia di Cassano Jonio diretta dal capitano Michele Ornelli nel famigerato quartiere delle case popolari di Via Timpone Rosso a Lauropoli, il “regno” della ‘ndrangheta zingara.
Ad Asso di bastoni la Procura Antimafia contesta, nell’ambito della maxi-inchiesta “Athena” che alla fine dello scorso mese di giugno ha fatto scattare 68 arresti (leggi QUI), una tentata estorsione da lui direttamente condotta. Ed era perciò finito ai domiciliari.
A seguito della continua violazione d’una serie di restrizioni impostegli dal regime detentivo a casa, però, è presto finito nelle relazioni di servizio dei carabinieri, che hanno trasmesso il dossier alla Procura Antimafia catanzarese i cui magistrati hanno ottenuto dal giudice per le indagini preliminari il richiesto aggravamento di misura cautelare.
Giovedì sera Ciccio ‘u zingaru è stato dunque prelevato dai militari dell’Arma a Timpone Rosso e condotto in carcere, dietro le sbarre. direttore@altrepagine.it