Intensi i rapporti con la famiglia del boss Lovreglio – che ha occultamente ospitato “Castellino” negli ultimi mesi – anche attraverso inviti a battesimi e vacanze estive offerte 

CASSANO JONIO – I carabinieri l’hanno catturato mentre festeggiava il suo onomastico, nel tardo pomeriggio di lunedì 6 novembre scorso, in quella villa-covo sotto la tangenziale di Bari dove da qualche mese aveva trovato rifugio in forza del “mutuo soccorso” mafioso con una cosca proprio del capoluogo pugliese.

Già, con la “solidarietà” e l’appoggio logistico della famiglia barese dei Lovreglio, il 38enne Leonardo Abbruzzese detto Nino o Castellino (foto), s’era così costruita la propria latitanza. Durata poco, poco più di quattro mesi, grazie all’acume investigativo dapprima dei carabinieri in forza al Nucleo operativo della Compagnia di Cassano Jonio diretti dal capitano Michele Ornelli – che hanno subodorato la “pista barese” – unito poi a quello operativo dei colleghi del Comando provinciale di Cosenza col supporto degli stessi colleghi di Bari.

Arrestate, assieme al fuggiasco cassanese, la moglie e la figlia del boss barese

A garantire ospitalità occulta all’amico Abbruzzese, la 55enne Pasqua Laddaga e la figlia 41enne Vittoria Lovreglio, rispettivamente moglie e figlia del 61enne boss barese Franco Lovreglio.

Le due donne sono state arrestate nella villa proprio assieme al latitante, così come la 22enne cassanese Noemi Selvaggi, amante di Castellino, che si trovava lì per festeggiare l’onomastico del fuggiasco di giustizia, trovato in possesso di 5 mila euro in contanti e persino d’una copia dell’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti relativa alla maxi-inchiesta anti-‘ndrangheta “Athena”, quella che i carabinieri gli avrebbero dovuto notificare all’alba del 30 giugno scorso e che gli hanno invece consegnato in modo ufficiale proprio il giorno della cattura.

Nella maxi-inchiesta anti-‘ndrangheta “Athena”, anche i rapporti coi Lovreglio

Proprio in quelle carte giudiziarie, che Nino aveva già lette e stra-lette, tra un capo d’accusa e un altro riguardanti gli 82 indagati complessivi (leggi QUI), sono cristallizzati pure gl’intensi rapporti emersi tra la famiglia ’ndranghetista degli zingari di Cassano Jonio e la famiglia mafiosa pugliese dei Lovreglio.

I magistrati della Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro, infatti, hanno ricostruito diversi incontri, sia nel territorio di Cassano Jonio sia a Bari, tra esponenti delle due famiglie (i Lovreglio, però, in “Athena” non risultano indagati).

Grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali, gl’inquirenti catanzaresi sono riusciti a comprendere i rapporti tra la famiglia barese e il clan cassanese. Il 44enne Nicola Abbruzzese detto Semiasse, fratello di Leonardo Abbruzzese, si rivolgeva ai suoi amici baresi, perché, scrivono i magistrati catanzaresi, «aveva bisogno di acquistare più di 100 chili di sostanza stupefacente non specificata, presumibilmente del tipo eroina»

La Dda di Catanzaro, nel corso dell’indagine, è riuscita a ricostruire in modo dettagliato i rapporti tra gli zingari cassanesi e tutti i membri di spicco della famiglia Lovreglio, i cui componenti apicali sono stati individuati in Franco Lovreglio, detenuto in carcere dal 2004 al 2012, il figlio 38enne Nicola Lovreglio, che annovera sul suo conto diversi precedenti di polizia per armi, incendio, lesioni, furto, oltraggio, violenza e resistenza a pubblici ufficiali e reati in materia di stupefacenti, il 41enne Eugenio Traversa, anche lui con precedenti di polizia per reati contro la persona e reati contro il patrimonio, genero di Franco Lovreglio perché marito della figlia Vittoria arrestata assieme a Leonardo Abbruzzese, e cognato di Nicola Lovreglio.

Il battesimo e poi le vacanze pagate… e ricambiate

La famiglia Lovreglio era stata invitata persino ai festeggiamenti del battesimo della figlia di Leonardo Abbruzzese, in un noto hotel di Altomonte il 10 giugno del 2018, così come documentato dai magistrati e confermato dallo stesso Abbruzzese, quando, un mese più tardi, al telefono col titolare dell’albergo, doveva prenotare delle camere per Ferragosto in previsione dell’arrivo in Calabria degli “amici” di Bari che avevano partecipato al battesimo:

«… quelli sono amici miei, quelli che le hanno prenotate… Ce ne sono altre che sono venute al battesimo della piccolina… quattordici, quindici e sedici (…) questi sono ospiti miei, sì, sì, sì! Questi sono ospiti miei!».

Il 17 agosto l’albergatore riferì a Leonardo Abbruzzese:

«Gli amici vedi che si sono scialati!».

E lui:

«Vedete se devono pranzare, li fate pranzare, se gli servono le stanze fino al pomeriggio gliele fate tenere, compa’!».

L’estate successiva, a fine luglio del 2019 – scrivono i magistrati catanzaresi – «I Lovreglio avrebbero poi ricambiato l’ospitalità degli Abbruzzese approfittando di un viaggio a San Giovanni Rotondo». direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com