Per il violentissimo pestaggio, l’unico imputato è il pregiudicato Salvatore Lagano, in carcere dal mese di luglio dell’anno scorso 

COSENZA – Continua, al cospetto dei giudici della Corte d’Assise di Cosenza (presidente Paola Lucente, a latere Marco Bilotta) il processo a carico del pregiudicato 44enne coriglianese Salvatore Lagano (difeso dagli avvocati Giuseppe Vena e Giuseppe Bruno).

L’uomo è accusato dell’omicidio del fruttivendolo 49enne Cosimo Costa (nella foto d’apertura).

L’imputato

Il commerciante, secondo la tesi del pubblico ministero della Procura di Castrovillari, Veronica Rizzaro, fu ammazzato di botte da tre persone, ma, a parte i sospetti sugli altri due, soltanto Lagano è finito a processo, dopo la sua incarcerazione avvenuta il 29 luglio dell’anno scorso da parte dei carabinieri che indagarono sul “caso”, arresto effettuato su impulso del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari a seguito della richiesta della Procura.

La quarta udienza in Assise s’è tenuta oggi, alla presenza dell’imputato tradotto in aula dalla casa di reclusione di Castrovillari ov’è detenuto.

Per i fatti e gli antefatti della notte tra l’8 e il 9 giugno di quasi un anno fa, anche oggi sono sfilati davanti ai giudici alcuni testimoni, e, in particolare, due medici, il proprietario del locale commerciale in cui il povero Costa svolgeva la propria attività e un netturbino.

La vittima era deceduta il 19 settembre, dopo 3 mesi di lenta agonia da quel violentissimo pestaggio che l’aveva ridotto in fin di vita e che alla fine gli è stato fatale (Ammazzato di botte per un debito di 10 mila euro?).

Secondo il pm Rizzaro, il defunto Costa fu vittima d’una vera e propria «spedizione punitiva», che in più modi sarebbe stata «annunciata». Da qui il suo terrore, e la paura che aveva animato la sorella nella scorsa udienza quand’era stata sentita in qualità di testimone sulle circostanze della “resistenza” e dell’assoluta reticenza con gl’inquirenti nel corso degli ultimi 3 mesi di vita dal fratello e da lei stessa nel fare i nomi di chi l’aveva così brutalmente pestato a sangue.

Il nome di Lagano era poi emerso dalle intercettazioni telefoniche e ambientali cui era sottoposta proprio la sorella, captazioni che poi vennero estese nei confronti dell’odierno imputato e d’alcuni suoi stretti familiari.

Da quei colloqui erano emersi gl’indizi di colpevolezza a carico di Lagano.

Nell’udienza del prossimo 27 maggio verranno sentiti tutti gli altri familiari di Costa, vale a dire la figlia, la madre e il compagno della sorella, oltre a una vicina di casa della stessa vittima. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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