CATANZARO – Era il 18 agosto del 2018 quando veniva arrestato, da latitante, il boss 34enne della ‘ndrangheta di Cassano Jonio Luigi Abbruzzese, condannato definitivo a 20 anni di carcere per narcotraffico internazionale.

Nella circostanza, alla moglie 36enne Erminia Cerchiara (foto) vennero sequestrate una carta Postepay, somme in contanti per circa 3 mila euro ed altri effetti personali.

Erminia Cerchiara era stata denunciata a piede libero all’autorità giudiziaria per favoreggiamento della latitanza di Abbruzzese, aggravato dall’agevolazione mafiosa, ma, operata la riqualificazione del fatto ed esclusa l’aggravante, il processo era stato assegnato in via ordinaria al Tribunale di Castrovillari.

Il boss Luigi Abbruzzese

La Cerchiara era stata poi assolta, con sentenza passata in giudicato, ma la carta di credito, il denaro e gli altri suoi effetti personali erano rimasti sotto sequestro.

La difesa della donna, rappresentata dall’avvocato Giorgia Greco, aveva presentato istanza di revoca del sequestro probatorio, prima rigettato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro e poi accolto dalla suprema Corte di Cassazione. Che aveva annullato il sequestro, con rinvio degli atti per un nuovo giudizio.

Ieri, il gip di Catanzaro ha accolto l’istanza difensiva ed ha restituito gli oggetti sotto sequestro alla Cerchiara. redazione@altrepagine.it

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