Residenti in vari comuni, avrebbero truffato L’Inps “girando” le “loro” indennità di disoccupazione e malattia alla supercosca Abbruzzese-Forastefano
CATANZARO – S’è svolta ieri mattina, nell’aula bunker di Via Paglia a Catanzaro dinanzi al giudice per l’udienza preliminare Gabriella Pede, la prima seduta della pletorica udienza pre-dibattimentale relativa alla maxi-inchiesta “Kossa 2”, condotta dalla Procura distrettuale Antimafia catanzarese nei confronti di 150 persone residenti in vari comuni della Sibaritide e tutte ritenute falsi braccianti agricoli per conto della supercosca di ‘ndrangheta facente capo alle famiglie Abbruzzese e Forastefano che da Cassano Jonio estende il suo dominio criminale nell’intera Piana di Sibari (QUI TUTTI I NOMI e i dettagli dell’inchiesta).
Il pubblico ministero antimafia Alessandro Riello, ritiene che la supercosca avrebbe organizzato assieme ai 150 indagati un sistema criminale nel sistema criminale, coi falsi braccianti che avrebbero beneficiato delle indennità di disoccupazione e malattia erogate dall’Istituto nazionale della previdenza sociale, truffando così lo Stato dal momento che le giornate di lavoro dichiarate non sarebbero mai state effettuate.
Una maxi-truffa da circa 600 mila euro, con l’aggravante, contestata a tutti gl’indagati, d’avere agevolato l’associazione mafiosa, quella a cui i “braccianti” con un oleato sistema di Postepay giravano le indennità, lasciando loro i soli contributi previdenziali ai fini pensionistici peraltro mai versati all’Inps e già cancellati.
Alla prossima udienza, già calendarizzata per il 2 febbraio, gl’indagati, attraverso i loro avvocati difensori, potranno scegliere d’essere giudicati avvalendosi del rito abbreviato oppure d’affrontare il dibattimento processuale ove rinviati a giudizio. Il pm Riello ha chiesto il processo per tutti. direttore@altrepagine.it