In Corte d’Assise a Cosenza stamane s’è celebrata la prima udienza dibattimentale: fra 10 giorni si torna in aula  

COSENZA – Avvocati difensori agguerriti, questa mattina, alla prima udienza del processo per l’omicidio di Pasquale Aquino detto ‘U spusat, il 57enne pregiudicato coriglianese caduto in un agguato di stampo ‘ndranghetista a colpi di pistola e mitraglietta, il 3 maggio del 2022 a Schiavonea di Corigliano-Rossano.

L’apertura del dibattimento, davanti ai giudici della Corte d’Assise di Cosenza (presidente Paola Lucente, a latere Francesca De Vuono), è stata infatti segnata da una vera e propria “raffica” d’eccezioni preliminari da parte dei legali degl’imputati, cui s’è opposto il pubblico ministero della Procura distrettuale Antimafia di Catanzaro, Alessandro Riello, che nel processo rappresenta la pubblica accusa, come pure i legali che rappresentano quali parti civili i familiari dell’ucciso (gli avvocati Pasquale Daniele Delle Femmine del foro di Santa Maria Capua Vetere e Dario Gareri del foro di Catanzaro).

Gli avvocati difensori (Giovanni Zagarese, Gianni Scatozza, Pasquale Di Iacovo e Antonio Pucci, tutti del foro di Castrovillari) hanno richiesto la dichiarazione di nullità del decreto di rinvio a giudizio poiché alcuni atti relativi alle indagini preliminari non sarebbero leggibili, e, in tal modo, lederebbero il diritto di difesa, diritto a – loro dire – già leso dagli uffici della Procura e del giudice per le indagini preliminari del Tribunale catanzarese, Giuseppe De Salvatore, per non avere messo a disposizione dei difensori tutte le intercettazioni telefoniche ed ambientali in loro possesso.

Secondo gli stessi legali quelle intercettazioni non sarebbero utilizzabili in dibattimento.

Altre eccezioni riguardano alcuni ritenuti difetti di notifiche e l’incompetenza funzionale della Corte d’Assise sui capi d’imputazione contestati a un paio d’imputati per i reati di favoreggiamento personale e danneggiamento.

La vittima Pasquale Aquino

Su tutto, la Corte scioglierà la riserva il 29 febbraio

Su tutte le questioni sollevate la Corte s’è riservata di decidere, e darà comunicazione sulle proprie decisioni nella prossima udienza già fissata per il prossimo 29 febbraio. E in quella stessa udienza potrebbero salire sul banco dei testimoni un ufficiale e un sottufficiale dei carabinieri, tra gl’investigatori della Sezione operativa dell’Arma in forza al Reparto territoriale di Corigliano-Rossano che avevano svolto le indagini sull’omicidio Aquino:

il tenente Marco Grasso e il luogotenente Ettore Caputo.

Ci sono pure il tentato omicidio del “Diavolo”, l’arsenale d’armi a Fabrizio, droga e danneggiamenti

Non solo e soltanto l’omicidio Aquino sarà oggetto del processo, ma anche il tentato omicidio del pregiudicato 40enne Cosimo Marchese detto Il diavolo, avvenuto il 1° giugno 2022 – nemmeno un mese dopo – in contrada Pirro-Malena sempre a Corigliano-Rossano.

E poi la detenzione e l’occultamento in contrada Fabrizio d’un arsenale d’armi – tra le quali quelle servite a compiere i due delitti – nella contrada Fabrizio della stessa città jonica, un consistente traffico di sostanze stupefacenti e alcuni danneggiamenti compiuti nel 2022 in lungo e in largo sul territorio cittadino. Reati tutti aggravati dal metodo mafioso.

Sono 5 gl’imputati alla sbarra, tutti coriglianesi, chiamati a rispondere a vario titolo dei capi d’imputazione formulati dalla Procura Antimafia:

Francesco Le Pera, di 22 anni, Manuel Intrieri detto Zuzù anch’egli 22enne, Giorgio Arturi, di 40 anni, Bruno Arturi, di 20, e Annamaria Iacino, di 37, moglie di Giorgio Arturi.

Francesco Le Pera

Dal 6 dicembre 2022, appena sette mesi dopo l’omicidio Aquino, il tentato omicidio Marchese e la commissione degli altri gravi reati contestati, il gip De Salvatore aveva emesso e fatto eseguire dai carabinieri l’ordinanza applicativa delle misure cautelari in carcere nei confronti di 6 dei 9 indagati complessivi, quasi tutti residenti in contrada Fabrizio, 6 dei quali da un anno e due mesi si trovano ristretti in carcere (stamane, in aula, erano collegati in videoconferenza dai vari istituti penitenziari).

Giorgio Arturi e la moglie Annamaria Iacino

Quale presunto esecutore materiale sia del delitto Aquino che del tentato omicidio Marchese è imputato il 22enne Francesco Le Pera. Il presunto killer in entrambi i casi avrebbe agito con dei complici. Nell’omicidio, in particolare, con Intrieri, Giorgio Arturi, e persino con un minorenne di nazionalità rumena che sarà giudicato dal Tribunale per i minori di Catanzaro.

Manuel Intrieri

Altri 4 imputati hanno invece scelto il rito abbreviato: sentenza attesa per il 18 marzo

Gli altri imputati – per reati in materia di stupefacenti, armi, e danneggiamenti – hanno scelto d’essere giudicati, avvalendosi del rito abbreviato, dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Catanzaro, Chiara Esposito.

Il processo nei loro confronti è cominciato lo scorso 19 gennaio e la sentenza potrebbe essere emessa nella prossima udienza, già fissata per il 18 marzo.

Si tratta di:

Matteo Domenico Maria Arcidiacono detto Cancariello, di 28 anni, Giovanni Arturi detto ‘A vozza, di 45, Antonio Pio Carvelli detto Brivido, di 20, e Antonio Martino detto Bullone, di 21 (difesi dagli avvocati Scatozza, Pucci, Ettore Zagarese e Francesco Nicoletti del foro di Castrovillari). direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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