Per evitare l’arresto, il 30enne pregiudicato coriglianese s’era stabilito di nascosto in casa d’un parente

CORIGLIANO-ROSSANO – Era stato condannato, in primo grado, a 4 anni e due mesi di reclusione per una rapina compiuta a Bologna nel 2018 assieme ad un complice di nazionalità straniera extracomunitaria, ai danni d’un altro extracomunitario.

Quella sentenza, inflittagli dai giudici del Tribunale bolognese, non l’aveva mai appellata, e, nel frattempo, è passata in giudicato divenendo definitiva. Ed esecutiva.

Il coriglianese Michele Giovagnone De Cicco (foto), 30enne e volto già noto negli ambienti investigativi di Corigliano-Rossano nonché in quelli giudiziari, dopo qualche tempo da quella scorribanda criminale che l’aveva già visto finire in carcere salvo poi essere tornato in libertà per decorrenza dei termini di custodia cautelare, aveva fatto ritorno in “patria”. Dove sapeva che, prima o poi, la giustizia sarebbe tornata a cercarlo. E così è stato.

Ad arrestarlo è toccato ai poliziotti del Commissariato cittadino, per i quali non è stata opera facile quella di rintracciarlo.

Al suo indirizzo di residenza, infatti, nel centro storico coriglianese, non l’hanno trovato, pare che non ci abitasse più da molto tempo.

L’attività investigativa finalizzata alla sua ricerca è però proseguita, fino a capire che Giovagnone De Cicco s’era stabilito, di nascosto nell’abitazione d’un parente nella rurale contrada Cofarone prospicente il torrente Coriglianeto.

E lì, giovedì mattina, gli hanno notificato l’ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale presso la Corte d’Appello di Bologna, ammanettandolo e portandolo dapprima in Commissariato per poi trasferirlo in carcere a Castrovillari. redazione@altrepagine.it

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