Il 42enne è a processo con rito abbreviato assieme ad altre 16 persone per un colossale traffico di droga su scala internazionale ed intercontinentale

CATANZARO – Come altri 16 suoi co-imputati di Corigliano-Rossano, Cassano Jonio e non solo, lo scorso 6 maggio ha richiesto al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Catanzaro, Fabiana Giacchetti, di poter essere processato avvalendosi del rito abbreviato (I NOMI | ‘Ndrangheta, droga e armi: “Gentlemen 2”, in 17 scelgono d’essere processati col rito abbreviato).

Nell’udienza del 30 maggio prossimo, il pubblico ministero della Direzione distrettuale Antimafia catanzarese, terrà la sua requisitoria con le sollecitazioni di condanna e le relative richieste di pena nei confronti degli stessi imputati.   

Oggi però, il 42enne coriglianese Francesco Pasquale Cimino detto “Franco” (foto), ha lasciato il carcere di Cosenza dov’era detenuto dal 5 giugno dell’anno scorso quando la Procura distrettuale Antimafia di Catanzaro fece scattare la retata relativa all’inchiesta “Gentlemen 2”, ed è passato agli arresti domiciliari.

Le accuse nei suoi confronti e le intercettazioni sull’auto di Angelo Caravetta

Il nome di Cimino era finito nell’indagine con l’accusa d’avere fatto parte della contestata associazione di ‘ndrangheta operativa nel settore del traffico di sostanze stupefacenti in ambito internazionale (Spagna e Marocco) ed intercontinentale (Sudamerica).

In particolare, a Cimino viene contestato d’avere svolto il ruolo di uomo di fiducia del 51enne ex consigliere comunale coriglianese Angelo Caravetta – da allora detenuto in carcere – assumendo un ruolo dinamico con proposte per la gestione degli affari rientranti nel piano organizzativo dell’intero ritenuto gruppo criminale.

Angelo Caravetta

Cimino, mediante una microspia ch’era stata piazzata a bordo dell’autovettura di Caravetta, era stato infatti intercettato mentre discuteva con lui d’una una trattativa con soggetti foggiani e d’un programma d’importazione di marijuana dalla Spagna, rivelando modalità d’approvvigionamento, di trasporto, costi e quantitativi dello stupefacente gestito.

Mediante la stessa microspia, Cimino era stato intercettato mentre discuteva con Caravetta anche d’un programma di importazione di cocaina dal Sudamerica gestito dalle famiglie di ‘ndrangheta di Cassano Jonio Abbruzzese e Forastefano, con l’ausilio del ritenuto broker coriglianese della droga Claudio Cardamone.

Claudio Cardamone

Grazie sempre alla microspia piazzata a bordo dell’autovettura di Caravetta, Cimino era stato infine intercettato mentre trasportava insieme a lui e a Davide Paldino due carichi di droga.

Davide Paldino

Il ricorso in Cassazione contro la misura carceraria e il nuovo riesame di martedì scorso

Contro l’accusa di partecipazione associativa, Cimino, attraverso il suo difensore, l’avvocato Pasquale Di Iacovo, aveva proposto ricorso al Tribunale del riesame di Catanzaro, che lo scorso 29 giugno aveva comunque confermato l’ordine di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti. Decisione impugnata in Cassazione, che lo scorso 24 gennaio aveva accolto il ricorso e annullato con rinvio per nuovo esame l’ordinanza cautelare in carcere.

Il difensore di Cimino è l’avvocato Di Iacovo

In conseguenza di ciò, martedì scorso s’è celebrato un nuovo giudizio dinanzi al Tribunale del riesame di Catanzaro, i cui giudici, tenuto conto delle indicazioni della Cassazione, hanno parzialmente accolto il ricorso dell’avvocato Di Iacovo, applicando dunque a Cimino gli arresti domiciliari. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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